I verbi greci si dividono in due grandi coniugazioni, che si differenziano solo e soltanto nel tema del presente: Le due coniugazioni del greco corrispondono perfettamente alle due coniugazioni del sanscrito. Il fenomeno della vocalizzazione delle liquide e delle nasali si spiega col fatto che nell'antico indoeuropeo le liquide e le nasali poiché molto sonore erano considerati come suoni intermedi fra consonante e vocale. La linguistica moderna suddivide le antiche lingue indoeuropee in kentum e satem a seconda dei diversi modi di esprimere la parola "cento - 100". <>
Il greco antico viene spesso studiato nelle scuole e nelle università percio il traduttore italiano greco antico è molto popolare. Esempio: Οἱ Λακεδαιμόνιοι καλῶς ἐδέξαντο τὸν Βρασίδαν ὡς ἐλευθεροῦντα τὴν Ἑλλάδα (Gli Spartani accolsero Brasida in modo trionfale, poiché - per loro - era il liberatore della Grecia. 8 0 obj
A un certo punto tra il II e il IV secolo d.C. la distinzione tra acuto, grave e circonflesso scomparve e tutti e tre gli accenti vennero pronunciati come accento identico, generalmente ascoltati sulla stessa sillaba come l'accento pece nell'antico greco. Participio congiunto: non è mai preceduto dall'articolo, è strettamente collegato col termine della principale; solo se si riferisce al soggetto della proposizione principale, può essere reso con un gerundio in italiano. endstream
antico, il poeta, non più θερ άπων , è finalmente ‘signore’ della propria arte - ἐπιστάµενος: costrutto perifrastico (sott. Il 1450-1370 a.C. fu il periodo d'oro di questa civiltà, che si andò espandendo nell'isola di Creta, con la sede del potere a Cnosso, ma anche in Grecia presso la civiltà micenea, che aveva la sede centrale a Micene, incontro politico e culturale avvenuto intorno al 1450 a.C.. In! La prova del "mare" dalla radice *mar, assente in greco, dato che inizialmente i popoli Greci furono assenti dal mare, dimostra come per questo termine, in greco ce ne siano molti di più. Nel caso di α breve non intervengono modificazioni, salvo quando, nel caso sia impuro, la desinenza flessiva lo allunga nei casi obliqui del singolare. Incontri misti di ᾱ (alfa lungo) con vocali ed ε + α: La contrazione avviene secondo le seguenti leggi: A queste regole ci sono alcune eccezioni, le più importanti sono: L'accentazione delle sillabe contratte obbedisce alle seguenti regole: Se lo iato avviene tra due parole di cui la prima finisce e la seconda inizia per vocale, esso si può evitare mediante: La metatesi quantitativa (μετάθεσις) è lo scambio di quantità (cioè durata) che talvolta può avvenire tra due vocali vicine. Il secondo elemento se è iota ascritto si sottoscrive mentre se è iota sottoscritto resta tale. Esisterebbe anche una forma di prima persona mediopassiva (-μεθον, creazione greca formata fondendo il plurale -μεθα con il duale -σθον), ma è attestata in tutto cinque volte (una nell'Iliade, ma probabilmente aggiunta successivamente, due in. Esempio - Κομίζοις ἂν σεαυτὸν ᾗ θέλεις (Potresti andartene dove desideri), Ottativo obliquo: si usa al posto del congiuntivo, nelle forme di imperfetto, piuccheperfetto, aoristo e presente storico; solitamente si mostra nelle proposizioni finali, volitive, temporali, interrogative indirette, nelle relative, nelle dichiarative introdotte da ὅτι e ὡς. La civiltà omerica, le cui gesta degli eroi nei vari cicli epici, sicuramente era nota nei palazzi principali, ma mancava ancora la scrittura, tanto che infatti la prima edizione dei poemi omerici si ha con Pisistrato ad Atena, quando il tiranno fece portare nella Ionia materiali, probabilmente già perfettamente costituiti in blocchi narrativi dai rapsodi, che erano cantati nelle varie città.In seguito alle invasioni doriche, giunsero anche i popoli degli Ioni e degli Eoli: i primi si stabilirono nella Ionia tra Atene e l'Eubea, in questa la città di Pitecusa, colonia della Magna Grecia, è una delle prime da cui si hanno attestazioni scrittorie di una nuova forma d'alfabeto, dalla "coppa di Nestore" del 775 a.C., e dalla città latina di Gabii nel Lazio nel 780 a.C. . Con participio: con quello presente, aoristo e perfetto, può avere il valore: Causale soggettivo. Infinito in funzione di oggetto: si costruisce con il verbo + l'accusativo con i verbi del, Esempio per i verbi dichiarativi: Ἡρόδοτός φησιν ἐλθεῖν Ἑλένην εἰς Αἴγυπτον: Erodoto afferma che Elena si sia recata in Egitto. causale: se il participio è preceduto da ὡς indica una causa soggettiva, che può essere messa in evidenza da espressioni come "pensando che - col pretesto di", se invece è preceduto da ἅτε, οἷον, esprime la causa oggettiva: Ὁ στρατηγὸς διήρπαζε τὴν χώραν ἅτε πολεμίαν οὖσαν (Il generale saccheggiava la regione perché era nemica), concessiva: si usa il participio normale concordato col soggetto + avverbi e preposizioni della proposizione concessiva, come οὐ, ipotetica: si usa il participio che concorda con il soggetto + εἰ del periodo ipotetico. Il cosiddetto alfabeto "cipro-minoico" ha delle attestazioni che vanno dall'XI secolo sino al III secolo a.C., ha segni ripresi dalla Lineare A, usati poi nella B, con distinzione delle dentali, la scrittura è diversa, da destra verso sinistra, proseguendo in maniera bustrofedica, tuttavia non si ha ancora la distinzione di vocali lunghe e brevi, non si distinguono le sorde dalle sonore, le aspirate, la Lineare B mostra delle differenze solo in base alla dentali, ci sono annotazioni sulle liquide e le sibilanti a fine sillaba e della parola stessa (PA-SI-LEU-SE βασιλεύς), sono presenti anche dei dittonghi. In greco προστακτική [ἔγκλισις] (cfr. Con gli dèi vinceremo - Con l'aiuto degli dèi vinceremo), dativo "militare", usato in compagnia di espressioni militaresche: Ἡγήσεται τοῖς ἵπποις τὸ τῶν ξυμμάχων στράτευμα (Guiderà con la cavalleria l'esercito degli alleati), uso dei participi presenti o di tempi storici ἔχων, λαβών, φέρων + accusativo: Βοηθεῖ χιλίους ἔχων στρατιώτας (Viene in aiuto con mille soldati), Di età: uso del participio perfetto γεγονώς + accusativo del numero cardinale, seguito da ἔτη (anni), εἰς, ἐπί e πρός + accusativo: Χρήσιμος ἦν εἴς τι (Era utile per qualcosa), genitivo + ἕνεκα: Μισθοῦ ἕνεκα κολακεύεις (Tu aduli per denaro), uso del dativo semplice, o preceduto da ἐπί: Ὑπερέχει πάντων μεγέθει (Supera tutti in grandezza), uso dell'accusativo semplice, oppure preceduto da εἰς, κατά e πρός: Πόλις ἐδοκιμωτάτη εἰς σοφίαν (La città più celebre per sapienza), ἐν + dativo - Ἐν Δωδώνῃ εἱστήκει δρῦς ἱερά (In Dodona si ergeva una quercia sacra), uso dei suffissi -θι, -σι, come in Ἀθήνησι (ad Atene, o meglio "in Atene"), ἐπί, εἰς, πρός e παρά + genitivo - Φέυγω εἰς Μεγάραν (Fuggo a Megara), ὡς + accusativo nei nomi propri di persona o di città o luoghi - Ὡς Μεγάραν ἐπρεσβεύσαντο (Inviarono ambasciatori a Megara), uso dei suffissi -δε, -σε, -ζε - Ἀθήναζε (verso Atene), o anche il celebre titolo della commedia aristofanea: Θεσμοφοριάζουσαι con declinazione al plurale, trad. 7 0 obj
Εἰ μὴ ἥμαρτες - Oh se io avessi una tale forza! italiano quanto in greco. L'uso del presente o dell'aoristo non comporta infatti una differenza di tempo, bensì di, Con l'indicativo dei tempi storici: la particella esprime un'azione irreale, Οὐδ' ἂν αὐτὸς ἤθελον ἐν τοσαύτῃ τε ἀγρυπνίᾳ καὶ λύπῃ εἶναι: Nemmeno io /sottinteso "se fossi al tuo posto"/. Il greco, nel presente e nell'imperfetto, conserva al novanta per cento la struttura del verbo indoeuropeo. ἶ-φι, ναῦ-φι...). Nel 403 a.C. la città d'Atene adottò con editto ufficiale l'alfabeto azzurro scuro, usando anche parti dell'alfabeto di Mileto, il quale sembrava più funzionale degli altri, e che caratterizzò per secoli il greco parlato, nel dialetto ionico-attico, rispetto agli altri dorico-eolici. (�fU� ���\��]Nܢss(v� }t�u�j�5)�]:8m�� ��V'Y���O-�W�����/�A��W�8=As��t�+?�}�7٤3�.�_�YI�ϩG���g�T̸���F�B.�1�#��+��S�\�3�����6�Fa�fl� ~@���f��w~�I��� ��7$��~F�. Assimilazione, dissimilazione, eliminazione, Lingua greca e la formazione dell'alfabeto, I gruppi colorati delle varianti dell'alfabeto greco antico, Terza declinazione (o declinazione atematica). L'apofonia, ovvero la gradazione o alterazione vocalica, è il fenomeno fonetico per cui la vocale di una stessa radice subisce delle varie variazioni: Mentre l'apofonia quantitativa è propria del greco, la qualitativa è originaria della lingua indoeuropea e consiste in un vero e proprio mutamento di vocale. Il congiunto concessivo è spesso preannunciato da μέντοι o accompagnato da congiunzioni, ha affinità con l'avversativo. Comparative ipotetiche: si paragonano circostanze immaginarie con quelle reali, sono introdotte da ὥσπερ oppure ἄν εἰ (come se) + ottativo se ci si trova in un periodo ipotetico della possibilità, o l'indicativo di un tempo storico se ci si trova in un periodo ipotetico dell'irrealtà. La situazione dei dialetti greci dell'età del ferro è ovviamente molto più chiara e meglio conosciuta. Congiuntivo proibitivo: i usa nella II e nella III persona singolare dell'aoristo, preceduto da un μή, e sostituisce la funzione dell'imperativo negativo. <>
3 Voci correlate. Tale pronome dimostrativo/articolo è la filiazione diretta dell'indoeuropeo *so *sā *tod, e ha il suo omologo nel sanscrito sa sā tat. <>
Subordinate completive: esprimono un concetto che rappresenta un'integrazione necessaria della proposizione reggente, si presentano sia in modo esplicito che implicito. Riguarda le proposizioni infinitive e quelle dipendenti e indipendenti. L'imperfetto e l'aoristo con la particella ἄν hanno un valore iterativo nel passato, in italiano si usa l'imperfetto indicativo, quando sono preceduti da ει oppure ὡς indicano il desiderio irrealizzabile, il rimpianto di qualcosa che non può verificarsi, l'indicativo assume sfumatura volitiva. Lo iato è conservato raramente, nei casi dei bisillabi (θεός), o anche quando la scomparsa di *w (waw detto anche digamma ϝ), che ha prodotto la vicinanza di due vocali aspre, è così recente che la contrazione non ha più avuto luogo, come nell'esempio*γλυκεϝος > γλυκεός. per formare! L'indicativo imperfetto può esprimere sia irrealtà nel presente che nel passato, mentre l'indicativo aoristo esprime generalmente irrealtà nel passato, Spesso, soprattutto nelle opere in metrica della letteratura, ma anche nella prosa greca, la particella ἄν si combina con ὅτε, dando luogo al termine ibrido ὅταν, Breve introduzione alla questione del sistema verbale greco antico, Grammatica della lingua greca per uso delle pubbliche scuole di Grecia, Formazione del perfetto e piuccheperfetto, Proposizione interrogativa in greco antico, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Grammatica_del_greco_antico&oldid=118350785, Collegamento interprogetto a Wikibooks presente ma assente su Wikidata, Voci con modulo citazione e parametro pagine, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, nessuna desinenza, oppure = nominativo; nei neutri = nominativo, α+η = ᾱ (*σιγάητε - congiuntivo presente contratto II persona plurale, come sopra > σιγᾶτε), ε+α = η (*γένεα > γένη - Nominativo, accusativo e vocativo neutri plurali di γένος), η+α > η (*ἦα > ἦ forma contratta del presente imperfetto), α+ου > ω (*σιγάουσα > σιγῶσα - nominativo contratto del participio presente femminile di σιγάω), α+ω = ω (*σιγάωμεν > σιγῶμεν, come sopra, I persona plurale attiva del presente contratto di σιγάω, si attesta anche la forma normale prima indicata), ε+ω = ω (*κοσμέωμεν > κοσμῶμεν - stesse regole di sopra, è attestata anche la forma normale, non per forza contratta), ο+α = ω (*βελτίοσα > βελτίοα - caduta di sigma intervocalico > βελτίω), ω+ει > ω (*ῥιγώειν > ῥιγῶν, ει è vocale chiusa di timbro), ο+ει = ου (*δουλόειν > δουλοῦν - qui ει è una vocale lunga chiusa di timbro /e/ - la resa contratta è uguale al nominativo neutro del participio presente attivo), α+ᾳ = ᾳ (*μνάᾳ > μνᾷ dativo singolare contratto di μνᾶ 1° declinazione), α+ει = ᾳ (*σιγάεις > σιγᾷς II persona singolare attiva presente contratta di σιγάω), α+ῃ = ᾳ (*σιγάῃς > σιγᾷς stesso esito, solo che è la II singolare del congiuntivo presente), α+οι = ῳ (*σιγάοιμεν > σιγῷμεν - I persona plurale attiva del presente ottativo), ο+ει = οι (*δουλόεις > δουλοῖς - ει qui è un dittongo - contrazione della II persona singolare attiva del presente indicativo). Fanno eccezione i gruppi -ε + ο- ed -ο + ε- che danno il dittongo ου come risultato. La proposizione relativa nel greco antico, come in latino e in italiano, è una subordinata legata alla sua reggente da un pronome relativo. Finali implicite: si rendono col participio futuro, e raramente al presente, in tal caso il verbo è preceduto da ὡς; poi con l'infinito semplice in dipendenza dai verbi come δίδωμι, παρέχω, πέμπω. Per la resa in greco dell'alfabeto fenicio, si usò il criterio acrofonico, al suono corrispondeva l'iniziale del nome di lettera alfabetica. verbi di "iniziare - continuare - smettere - finire": ἄρχομαι, διάγω, διατελέω, λήγω, verbi di sentimento e stati d'animo: αἰσχύνομαι, χαίρω, χαλεπῶς φέρω, percezioni e sensazioni: γιγνώσκω, μέμνημαι, ἀκούω. Uso e funzione delle congiunzioni coordinanti e correlative del greco: copulative, dichiarative, avversative, disgiuntive