Non credo nella santità senza preghiera, anche se non si tratta necessariamente di lunghi momenti o di sentimenti intensi. [58] La sua amicizia ci supera infinitamente, non può essere comprata da noi con le nostre opere e può solo essere un dono della sua iniziativa d’amore. Il cammino della santità è una fonte di pace e di gioia che lo Spirito ci dona, ma nello stesso tempo richiede che stiamo con “le lampade accese” (cfr Lc 12,35) e rimaniamo attenti: «Astenetevi da ogni specie di male» (1 Ts 5,22); «vegliate» (cfr Mc 13,35; Mt 24,42); non addormentiamoci (cfr 1 Ts 5,6). 119. [34], 36. Benedite il Signore, o figli di … Il Re di Israele. 174. Il piccolo particolare che si stava esaurendo il vino in una festa. In definitiva, si tratta di una vanitosa superficialità: molto movimento alla superficie della mente, però non si muove né si commuove la profondità del pensiero. Audacia, entusiasmo, parlare con libertà, fervore apostolico, tutto questo è compreso nel vocabolo parresia, parola con cui la Bibbia esprime anche la libertà di un’esistenza che è aperta, perché si trova disponibile per Dio e per i fratelli (cfr At 4,29; 9,28; 28,31; 2 Cor 3,12; Ef 3,12; Eb 3,6; 10,19). «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia». Del suo testo, Lugh, 23 P. Gribaudi, Il capitano Ugo Ferrandi: un maestro di vita coloniale, Firenze, Tipografia M. Vicenza, N. Pozza, 2003. 125. 175. Tutto può essere accettato e integrato come parte della propria esistenza in questo mondo, ed entra a far parte del cammino di santificazione. [84] La V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, secondo il costante magistero della Chiesa, ha insegnato che l’essere umano «è sempre sacro, dal suo concepimento, in tutte le fasi della sua esistenza, fino alla sua morte naturale e dopo la morte», e che la sua vita deve essere protetta «dal concepimento, in tutte le sue fasi, fino alla morte naturale» (Documento di Aparecida, 29 giugno 2007, 388; 464). 39. Lasciamoci stimolare dai segni di santità che il Signore ci presenta attraverso i più umili membri di quel popolo che «partecipa pure dell’ufficio profetico di Cristo col diffondere dovunque la viva testimonianza di Lui, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di carità». Qualcosa di simile prospetta l’Antico Testamento quando dice: «Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto» (Es 22,20). «Più di ogni cosa degna di cura custodisci il tuo cuore» (Pr 4,23). Non è in gioco solo un benessere temporale, né la soddisfazione di fare qualcosa di utile, e nemmeno il desiderio di avere la coscienza tranquilla. Non si può aspettare, per vivere il Vangelo, che tutto intorno a noi sia favorevole, perché molte volte le ambizioni del potere e gli interessi mondani giocano contro di noi. Questo dovrebbe entusiasmare e incoraggiare ciascuno a dare tutto sé stesso, per crescere verso quel progetto unico e irripetibile che Dio ha voluto per lui o per lei da tutta l’eternità: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato» (Ger 1,5). Occorre abbandonare la paura di questa presenza che ci può fare solo bene. Ma dunque lasciamo che il Signore venga a risvegliarci, a dare uno scossone al nostro torpore, a liberarci dall’inerzia. che unifica Capo e Corpo, ed espressa concretamente nella relazione dell’Unzione tra Cristo e lo Spirito. Così si trasforma il cristianesimo in una sorta di ONG, privandolo di quella luminosa spiritualità che così bene hanno vissuto e manifestato san Francesco d’Assisi, san Vincenzo de Paoli, santa Teresa di Calcutta e molti altri. [10], 11. È anche una lotta costante contro il diavolo, che è il principe del male. [91], 106. Ecum. Il santo è capace di vivere con gioia e senso dell’umorismo. Matteo riassume questo in una regola d’oro: «Tutto quanto vorrete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (7,12). e lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli. [80] In questo richiamo a riconoscerlo nei poveri e nei sofferenti si rivela il cuore stesso di Cristo, i suoi sentimenti e le sue scelte più profonde, alle quali ogni santo cerca di conformarsi. Per l’abitudine noi non affrontiamo più il male e permettiamo che le cose “vadano come vanno”, o come alcuni hanno deciso che debbano andare. [111] Vorrei insistere sul fatto che questo non è solo per pochi privilegiati, ma per tutti, perché «abbiamo tutti bisogno di questo silenzio carico di presenza adorata». Il consumismo edonista può giocarci un brutto tiro, perché nell’ossessione di divertirsi finiamo con l’essere eccessivamente concentrati su noi stessi, sui nostri diritti e nell’esasperazione di avere tempo libero per godersi la vita. Infatti, se non riconosciamo la nostra realtà concreta e limitata, neppure potremo vedere i passi reali e possibili che il Signore ci chiede in ogni momento, dopo averci attratti e resi idonei col suo dono. 56. 61. Occorre ricordare che il discernimento orante richiede di partire da una disposizione ad ascoltare: il Signore, gli altri, la realtà stessa che sempre ci interpella in nuovi modi. E con difficoltà ancora maggiore riusciamo ad esprimerla. Negativo ( ne hoc Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente. Anche noi, nel contesto attuale, siamo chiamati a vivere il cammino di illuminazione spirituale che ci presentava il profeta Isaia quando si domandava che cosa è gradito a Dio: «Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? See the Instructional Videos page for … Nella preghiera di lode, la Berakah, Egli ringrazia il Padre non solo per i grandi eventi della storia passata, ma anche per la propria « esaltazione ». Così, sotto l’impulso della grazia divina, con tanti gesti andiamo costruendo quella figura di santità che Dio ha voluto per noi, ma non come esseri autosufficienti bensì «come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio» (1 Pt 4,10). Sulla base di tale solidità interiore, la testimonianza di santità, nel nostro mondo accelerato, volubile e aggressivo, è fatta di pazienza e costanza nel bene. Nei processi di beatificazione e canonizzazione si prendono in considerazione i segni di eroicità nell’esercizio delle virtù, il sacrificio della vita nel martirio e anche i casi nei quali si sia verificata un’offerta della propria vita per gli altri, mantenuta fino alla morte. Fammi la grazia di capire gli scherzi, perché abbia nella vita un po’ di gioia e possa comunicarla agli altri. I santi sorprendono, spiazzano, perché la loro vita ci chiama a uscire dalla mediocrità tranquilla e anestetizzante. 30, a. L’umiltà può radicarsi nel cuore solamente attraverso le umiliazioni. Per questo esorto ciascuno a domandarsi e a discernere davanti a Dio in che modo si possano rendere manifeste nella sua vita. [73] La diffamazione e la calunnia sono come un atto terroristico: si lancia la bomba, si distrugge, e l’attentatore se ne va felice e tranquillo. Siamo chiamati a curare attentamente la carità: «Chi ama l’altro ha adempiuto la Legge [...] pienezza della Legge infatti è la carità» (Rm 13,8.10). Tale giustizia incomincia a realizzarsi nella vita di ciascuno quando si è giusti nelle proprie decisioni, e si esprime poi nel cercare la giustizia per i poveri e i deboli. Perché coloro che non si accorgono di commettere gravi mancanze contro la Legge di Dio possono lasciarsi andare ad una specie di stordimento o torpore. Questo può accadere dentro la Chiesa, tanto tra i laici delle parrocchie quanto tra coloro che insegnano filosofia o teologia in centri di formazione. Benedici il Signore , anima mia, quanto è in me benedica il. Questo è il giorno fatto dal Signore, esultiamo e rallegriamoci in esso. La misura che applichiamo per dare, sarà applicata a noi nel cielo per ricompensarci. Il testo riprende, ampliandoli, alcuni motivi di Guinizelli e Cavalcanti, a cominciare dalla dichiarazione di incapacità di esprimere pienamente la lode di Beatrice (vv. [33] Vediamo queste due forme di sicurezza dottrinale o disciplinare che danno luogo «ad un elitarismo narcisista e autoritario dove, invece di evangelizzare, si analizzano e si classificano gli altri, e invece di facilitare l’accesso alla grazia si consumano le energie nel controllare. Una condizione essenziale per il progresso nel discernimento è educarsi alla pazienza di Dio e ai suoi tempi, che non sono mai i nostri. 1962, p. [110]). A volte, per un dono dell’amore del Signore, in mezzo a questi piccoli particolari ci vengono regalate consolanti esperienze di Dio: «Una sera d’inverno compivo come al solito il mio piccolo servizio, […] a un tratto udii in lontananza il suono armonioso di uno strumento musicale: allora mi immaginai un salone ben illuminato tutto splendente di ori, ragazze elegantemente vestite che si facevano a vicenda complimenti e convenevoli mondani; poi il mio sguardo cadde sulla povera malata che sostenevo; invece di una melodia udivo ogni tanto i suoi gemiti lamentosi […]. Nemmeno la storia scompare. Però le trascende. Per un cristiano non è possibile pensare alla propria missione sulla terra senza concepirla come un cammino di santità, perché «questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione» (1 Ts 4,3). L’unico modo è il discernimento, che non richiede solo una buona capacità di ragionare e di senso comune, è anche un dono che bisogna chiedere. [68] Esercizi spirituali, 23d: Roma 19846, 58-59. L’intercessione esprime l’impegno fraterno con gli altri quando in essa siamo capaci di includere la vita degli altri, le loro angosce più sconvolgenti e i loro sogni più belli. [11] Cfr Hans U. Nella Chiesa, santa e composta da peccatori, troverai tutto ciò di cui hai bisogno per crescere verso la santità. Dopo la sua risurrezione, dove giungevano i discepoli si riscontrava «una grande gioia» (At 8,8). Normalmente il ricco si sente sicuro con le sue ricchezze, e pensa che quando esse sono in pericolo, tutto il senso della sua vita sulla terra si sgretola. Nessun obbligo di registrazione, acquista subito! 165. [27] Xavier Zubiri, Naturaleza, historia, Dios, Madrid 19993, 427. Il celebrante prosegue con l' esortazione: C - Figli carissimi, Dio si è dato a noi e per noi nell' Eucaristia. [111] Vita di S. Teresa di Gesù scritta da lei stessa, 8, 5: Opere, Roma 1981, 95. Chi desidera veramente dare gloria a Dio con la propria vita, chi realmente anela a santificarsi perché la sua esistenza glorifichi il Santo, è chiamato a tormentarsi, spendersi e stancarsi cercando di vivere le opere di misericordia. [89] Desidero sottolineare ancora una volta che, benché la misericordia non escluda la giustizia e la verità, «anzitutto dobbiamo dire che la misericordia è la pienezza della giustizia e la manifestazione più luminosa della verità di Dio». Anche il consumo di informazione superficiale e le forme di comunicazione rapida e virtuale possono essere un fattore di stordimento che si porta via tutto il nostro tempo e ci allontana dalla carne sofferente dei fratelli. [17] Conferenza dei Vescovi cattolici della Nuova Zelanda, Healing love, 1 gennaio 1988. Voi tutti, uccelli del cielo, lodate il Signore. […] Non devo portare da solo ciò che in realtà non potrei mai portare da solo. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 197: AAS 105 (2013), 1103. San Giovanni della Croce raccomandava di «procurare di stare sempre alla presenza di Dio, sia essa reale o immaginaria o unitiva, per quanto lo comporti l’attività». Siamo liberi, con la libertà di Gesù, ma Egli ci chiama a esaminare quello che c’è dentro di noi – desideri, angustie, timori, attese – e quello che accade fuori di noi – i “segni dei tempi” – per riconoscere le vie della libertà piena: «Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono» (1 Ts 5,21). Esortazione Apostolica post-sinodale del Santo Padre Francesco dedicata ai giovani “Christus vivit”, frutto della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi I Giovani, la Fede e il Discernimento Vocazionale (3-28 ottobre 2018), 25 marzo 2019 Quando ci sono circostanze che ci opprimono, possiamo sempre ricorrere all’ancora della supplica, che ci conduce a stare nuovamente nelle mani di Dio e vicino alla fonte della pace: «Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. Prego tuttavia che non intendiamo il silenzio orante come un’evasione che nega il mondo intorno a noi. [6] Verborgenes Leben und Epiphanie: GW XI, 145. Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. 76. È duro e richiede una grande apertura della mente e del cuore, poiché non si tratta di «un consenso a tavolino o [di] un’effimera pace per una minoranza felice»[75], né di un progetto «di pochi indirizzato a pochi». Lì si parla di Abramo, di Sara, di Mosè, di Gedeone e di altri ancora (cfr 11,1-12,3) e soprattutto siamo invitati a riconoscere che siamo «circondati da una moltitudine di testimoni» (12,1) che ci spronano a non fermarci lungo la strada, ci stimolano a continuare a camminare verso la meta. 170. «Rallegratevi ed esultate» (Mt 5,12), dice Gesù a coloro che sono perseguitati o umiliati per causa sua. Lasciati trasformare, lasciati rinnovare dallo Spirito, affinché ciò sia possibile, e così la tua preziosa missione non andrà perduta. E’ la fedeltà dell’amore, perché chi si appoggia su Dio (pistis) può anche essere fedele davanti ai fratelli (pistós), non li abbandona nei momenti difficili, non si lascia trascinare dall’ansietà e rimane accanto agli altri anche quando questo non gli procura soddisfazioni immediate. 49. Questa è un’altra via di santità. 127. ap. Infine, malgrado sembri ovvio, ricordiamo che la santità è fatta di apertura abituale alla trascendenza, che si esprime nella preghiera e nell’adorazione. Leggi il testo integrale: ... È uscita in questi giorni la terza esortazione apostolica di Papa Francesco dal titolo “Gaudete et Exsultate”. Se non permetti che Lui alimenti in esso il calore dell’amore e della tenerezza, non avrai fuoco, e così come potrai infiammare il cuore degli altri con la tua testimonianza e le tue parole? [39] Esort. «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio». A volte, proprio perché è libero dall’egocentrismo, qualcuno può avere il coraggio di discutere amabilmente, di reclamare giustizia o di difendere i deboli davanti ai potenti, benché questo gli procuri conseguenze negative per la sua immagine. [118] V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, Documento di Aparecida (29 giugno 2007), 259. In altre occasioni succede il contrario, perché le forze del male ci inducono a non cambiare, a lasciare le cose come stanno, a scegliere l’immobilismo e la rigidità, e allora impediamo che agisca il soffio dello Spirito. Forse che lo Spirito Santo può inviarci a compiere una missione e nello stesso tempo chiederci di fuggire da essa, o che evitiamo di donarci totalmente per preservare la pace interiore? Tutti abbiamo simpatie ed antipatie, e forse proprio in questo momento siamo arrabbiati con qualcuno. 30. Il “pellegrino russo”, che camminava in preghiera continua, racconta che quella preghiera non lo separava dalla realtà esterna: «Se mi capitava di incontrare qualcuno, tutte quelle persone senza distinzione mi parevano altrettanto amabili che se fossero state della mia famiglia. Alleluia, alleluia, alleluia! La lode è anche un atto di gratitudine dell'essere umano per Dio, per tutto ciò che Dio fa e ha fatto nella vita dell'essere umano, o per la vita dello stesso (come miracoli ed altri benefici o fatti positivi); per questi motivi, Dio è degno di lode (vedi come esempi i Salmi 145, 22 e 34). Senza renderci conto, per il fatto di pensare che tutto dipende dallo sforzo umano incanalato attraverso norme e strutture ecclesiali, complichiamo il Vangelo e diventiamo schiavi di uno schema che lascia pochi spiragli perché la grazia agisca. Non è così. Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda che il dono della grazia «supera le capacità dell’intelligenza e le forze della volontà dell’uomo»,[57] e che «nei confronti di Dio in senso strettamente giuridico non c’è merito da parte dell’uomo. Mantenere il cuore pulito da tutto ciò che sporca l’amore, questo è santità. Vivere e lavorare con altri è senza dubbio una via di crescita spirituale. Frequentemente si verifica una pericolosa confusione: credere che, poiché sappiamo qualcosa o possiamo spiegarlo con una certa logica, già siamo santi, perfetti, migliori della “massa ignorante”. Lode, gloria, onore a te. Per noi è molto comune essere causa di conflitti o almeno di incomprensioni. Sicuramente gli avvenimenti decisivi della storia del mondo sono stati essenzialmente influenzati da anime sulle quali nulla viene detto nei libri di storia. […] Non solo sentivo questa luce dentro la mia anima, ma anche il mondo esterno mi appariva bellissimo e incantevole».[115]. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 44: AAS 105 (2013), 1038. Eleviamo a te, Francesco di Paola, il canto della lode, a te chiedendo con fede che sempre ci protegga. Ciò che bisogna contemplare è l’insieme della sua vita, il suo intero cammino di santificazione, quella figura che riflette qualcosa di Gesù Cristo e che emerge quando si riesce a comporre il senso della totalità della sua persona.[26]. Davanti alla forza di queste richieste di Gesù è mio dovere pregare i cristiani di accettarle e di accoglierle con sincera apertura, “sine glossa”, vale a dire senza commenti, senza elucubrazioni e scuse che tolgano ad esse forza. L’abitudine ci seduce e ci dice che non ha senso cercare di cambiare le cose, che non possiamo far nulla di fronte a questa situazione, che è sempre stato così e che tuttavia siamo andati avanti. La misericordia ha due aspetti: è dare, aiutare, servire gli altri e anche perdonare, comprendere. Chi non voglia riconoscerlo si vedrà esposto al fallimento o alla mediocrità. Risplendo della Grazia tua 51. Saper piangere con gli altri, questo è santità. 69. Centesimus annus (1 maggio 1991), 41c: AAS 83 (1991), 844-845. per la 2 a pers. La comunità è chiamata a creare quello «spazio teologale in cui si può sperimentare la mistica presenza del Signore risorto». Von Balthasar, “Teología y santidad”, Communio VI/87, 486-493. 123. 155. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 95: AAS 105 (2013), 1060. Ordinariamente la gioia cristiana è accompagnata dal senso dell’umorismo, così evidente, ad esempio, in san Tommaso Moro, in san Vincenzo de Paoli o in san Filippo Neri. Siamo chiamati a vivere la contemplazione anche in mezzo all’azione, e ci santifichiamo nell’esercizio responsabile e generoso della nostra missione. Tuttavia, riesce a soggiogare alcuni con un fascino ingannevole, perché l’equilibrio gnostico è formale e presume di essere asettico, e può assumere l’aspetto di una certa armonia o di un ordine che ingloba tutto. Il suo amore paterno ci invita: «Figlio, […] trattati bene […]. La realtà ci mostra quanto sia facile entrare nelle combriccole della corruzione, far parte di quella politica quotidiana del “do perché mi diano”, in cui tutto è commercio. L’imperatore è pienamente consapevole delle sue responsabilità; nelle sue mani è riposto il destino di sterminate moltitudini. [114] Cfr S. Bernardo, Discorsi sul Cantico dei Cantici 61, 3-5: PL 183, 1071-1073. Da qui il fatto che si parli spesso, ad esempio, di una spiritualità del catechista, di una spiritualità del clero diocesano, di una spiritualità del lavoro. Queste due ricchezze non svaniscono!».[65]. E’ vero che bisogna aprire la porta a Gesù Cristo, perché Lui bussa e chiama (cfr Ap 3,20). In un passo Gesù ci ha avvertito circa questa tentazione insidiosa che ci fa scivolare verso la corruzione: parla di una persona liberata dal demonio che, pensando che la sua vita fosse ormai pulita, finì posseduta da altri sette spiriti maligni (cfr Lc 11,24-26). Il libro degli Atti racconta insistentemente che essi godevano della simpatia «di tutto il popolo» (2,47; cfr 4,21.33; 5,13), mentre alcune autorità li ricercavano e li perseguitavano (cfr 4,1-3; 5,17-18). Quando san Francesco d’Assisi vedeva che alcuni dei suoi discepoli insegnavano la dottrina, volle evitare la tentazione dello gnosticismo. Lode, gloria, onore a te. La croce, soprattutto le stanchezze e i patimenti che sopportiamo per vivere il comandamento dell’amore e il cammino della giustizia, è fonte di maturazione e di santificazione. Quando Dio si rivolge ad Abramo gli dice: «Io sono Dio l’Onnipotente: cammina davanti a me e sii integro» (Gen 17,1). 154. Orientale lumen (2 maggio 1995), 16: AAS 87 (1995), 762. SULLA CHIAMATA ALLA SANTITÀNEL MONDO CONTEMPORANEO, I santi che ci incoraggiano e ci accompagnano [3-5] I santi della porta accanto [6-9] Il Signore chiama [10-13] Anche per te [14-18] La tua missione in Cristo [19-24] L’attività che santifica [25-31] Più vivi, più umani [32-34], Capitolo Secondo DUE SOTTILI NEMICI DELLA SANTITÀ, Una mente senza Dio e senza carne [37-39] Una dottrina senza mistero [40-42] I limiti della ragione [43-46], Una volontà senza umiltà [49-51] Un insegnamento della Chiesa spesso dimenticato [52-56] I nuovi pelagiani [57-59] Il riassunto della Legge [60-62], « Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli » [67-70] « Beati i miti, perché avranno in eredità la terra » [71-74] « Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati » [75-76] « Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati » [77-79] « Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia » [80-82] « Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio » [83-86] « Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio » [87-89] « Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli » [90-94], Per fedeltà al Maestro [96-99] Le ideologie che mutilano il cuore del Vangelo [100-103] Il culto che Lui più gradisce [104-109], Capitolo Quarto ALCUNE CARATTERISTICHE DELLA SANTITÀ NEL MONDO ATTUALE, Sopportazione, pazienza e mitezza [112-121] Gioia e senso dell’umorismo [122-128] Audacia e fervore [129-139] In comunità [140-146] In preghiera costante [147-157], Capitolo Quinto COMBATTIMENTO, VIGILANZA E DISCERNIMENTO, Qualcosa di più di un mito [160-161] Svegli e fiduciosi [162-163] La corruzione spirituale [164-165], Un bisogno urgente [167-168] Sempre alla luce del Signore [169] Un dono soprannaturale [170-171] Parla, Signore [172-173] La logica del dono e della croce [174-177]. Abbiamo bisogno della spinta dello Spirito per non essere paralizzati dalla paura e dal calcolo, per non abituarci a camminare soltanto entro confini sicuri. Esortazione apostolica post-sinodale. Quando Lui passava, «la folla intera esultava» (Lc 13,17). L’amore fraterno moltiplica la nostra capacità di gioia, poiché ci rende capaci di gioire del bene degli altri: «Rallegratevi con quelli che sono nella gioia» (Rm 12,15). ap. Essere cristiani è «gioia nello Spirito Santo» (Rm 14,17), perché «all’amore di carità segue necessariamente la gioia. : +39 041 2407711 Von Balthasar, “Teología y santidad”, Communio VI/87, 489. Lumen gentium, 9. L'invito è rivolto a tutti, a tutto ciò che è creatura. Purtroppo a volte le ideologie ci portano a due errori nocivi. Consiste nell’unirsi alla morte e risurrezione del Signore in modo unico e personale, nel morire e risorgere continuamente con Lui. Dato che non trovano niente di grave da rimproverarsi, non avvertono quella tiepidezza che a poco a poco si va impossessando della loro vita spirituale e finiscono per logorarsi e corrompersi. [76] Nemmeno cerca di ignorare o dissimulare i conflitti, ma di «accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo». 2. È vero che gli autori biblici avevano un bagaglio concettuale limitato per esprimere alcune realtà e che ai tempi di Gesù si poteva confondere, ad esempio, un’epilessia con la possessione demoniaca. Talvolta facciamo fatica ad uscire da un territorio che ci era conosciuto e a portata di mano. L’incontro con Gesù nelle Scritture ci conduce all’Eucaristia, dove la stessa Parola raggiunge la sua massima efficacia, perché è presenza reale di Colui che è Parola vivente. Ma questa cooperazione in nessun modo fa sì che la giustificazione stessa e l’amicizia con Dio diventino oggetto di un merito umano. Les classes moyennes du Salut, Paris 1958. 42. Abbiamo bisogno di «riconoscere gioiosamente che la nostra realtà è frutto di un dono, e accettare anche la nostra libertà come grazia. Ella è colei che trasaliva di gioia alla presenza di Dio, colei che conservava tutto nel suo cuore e che si è lasciata attraversare dalla spada. [48] In qualsiasi caso, come insegnava sant’Agostino, Dio ti invita a fare quello che puoi e «a chiedere quello che non puoi»;[49] o a dire umilmente al Signore: «Dammi quello che comandi e comandami quello che vuoi».[50]. [32], 35. pl., per la 3 a sg. Gesù stesso sottolinea che questo cammino va controcorrente fino al punto da farci diventare persone che con la propria vita mettono in discussione la società, persone che danno fastidio. [4], 8. ap. Un insegnamento della Chiesa spesso dimenticato, 52. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 40: AAS 105 (2013), 1037. Ma quando vediamo i loro limiti e i loro difetti con tenerezza e mitezza, senza sentirci superiori, possiamo dar loro una mano ed evitiamo di sprecare energie in lamenti inutili.