Download it once and read it on your Kindle device, PC, phones or tablets. Al suo arrivo a Pescara il generale aveva organizzato la sua legione nominandone a capo il cittadino Ettore Carafa conte di Ruvo, protagonista della Repubblica Napoletana[139] assieme al pescarese Gabriele Manthoné, il quale organizzò la resistenza alla reazione borbonica di quello stesso anno[140]. View Larger Image Storia di Roma Antica. Claudio 333 832 1822
Anno di corso: 1. A rafforzare questo ruolo di centro di villeggiatura di livello nazionale, nel 1924, sotto la spinta politica del ministro Giacomo Acerbo, a Castellammare Adriatico venne organizzata la Coppa Acerbo, che divenne subito una delle gare automobilistiche più importanti del tempo e un evento capace di portare in città decine di migliaia di visitatori[194]. Il Regno di Napoli e la cittadina di Pescara passano agli austriaci, ma già nel 1734, la fortezza viene nuovamente assediata dagli spagnoli di Carlo di Borbone e, dopo una cruenta battaglia, cede alle truppe comandate dal duca di Castropignano. Questa nuova costruzione si inserì in un quadro di generale rinnovamento delle infrastrutture della città, come il ponte e il porto, sia per porre rimedio alla scarsa manutenzione nel periodo della crisi del III secolo[47], sia per l'importanza che l'insediamento si trovò ad assumere all'inizio del IV secolo, quando l'imperatore Diocleziano scelse di costruire il suo palazzo a Salona, nella zona che in seguito diventerà la città di Spalato[1][48]. Le bombe che caddero lì vicino provocarono tra i seicento e i novecento morti nel raggio di poche centinaia di metri. Occupò Ripa Teatina il 3 febbraio, e poi si diresse tra il 12 e il 15 a Lanciano, per poi proseguire tra il 18 e il 21 fino a Vasto, dove regnava l'anarchia dopo la proclamazione della Repubblica Vastese. «StoriaDoc» è un marchio di “La Storia In Rete srl”, una società di produzione indipendente che vanta una lunga esperienza nel settore degli audiovisivi culturali. Tito Altobelli, prevedeva la divisione della città in tre aree: una a vocazione commerciale in direzione sud, tra la stazione e il fiume, una amministrativa in direzione opposta, tra la stazione e il Muncipio, e una residenziale a nord del Municipio (al tempo collocato all'inizio di viale Muzii). La fine del secolo fu fortemente caratterizzata dalla presenza politica e culturale di Leopoldo Muzii, personaggio controverso ma di grande carisma e peso decisionale, il quale, da sindaco della città di Castellammare Adriatico, fece approvare nel 1882 il primo "Piano regolatore di ampliamento" e sarà uno dei principali artefici del definitivo spostamento a valle del centro della cittadina, fino ad allora limitato alla fascia collinare e a pochi lotti coltivati da ricchi possidenti (tra i quali egli stesso) in pianura[167]. Nel tentativo di evitare l'imminente sconfitta, Manthoné propose una sortita notturna per liberare quanti più repubblicani tenuti in prigione fosse possibile e quindi marciare con essi su Capua e Gaeta. Questo castello svolse un ruolo importante, sia a presidio del villaggio ivi presente, sia quale punto di avvistamento e di difesa del sottostante porto di Aternum[56]. Un luogo nella storia, Abruzzo: strutture portuali ed assetto del litorale fra età romana ed altomedioevo, Strutture portuali e rotte marittime nell'Adriatico di età romana, Il progetto Valle del Pescara: il territorio fra antichità e alto medioevo (IV Rapporto del Progetto Val Pescara), Abruzzo - rivista dell'istituto di studi abruzzesi, Dizionario di toponomastica. Pescara che fu delle sabelliche genti emporio ed onor, rinnovellata, :or è del nostro Mar vigile scolta. Storie di antica disuguaglianza e di rinnovati colonialismi, Carabba, Lanciano 2011 2. I resti umani non ricomponibili vennero accatastati e dati alle fiamme. [64] Sempre a sud, i Bizantini mantennero fino al 595 i loro presidi presso la Marsica, Ortona e Crecchio[65]. Per prevenire altri attacchi il Ministero della Guerra fece allora approntare un campo di aviazione lungo la Via Tiburtina provvisto di due aerei da combattimento. Il tracciato ferroviario dismesso è stato riconvertito in un corridoio verde noto in città come Strada parco, destinato al trasporto pubblico di massa della filovia di Pescara[4] (dopo un primo progetto risalente al 1992 e i finanziamenti europei resi disponibili dal 1995, e dopo un lungo susseguirsi di problematiche burocratiche e cambi di progetto che rallentano l'opera, i lavori di costruzione dell'opera, in fase di realizzazione da più di venticinque anni, sono stati giudicati completi al 98% dalla Corte dei conti nel 2017)[239][240]. 1946 – 2000 Un'altra inchiesta vedeva coinvolto Remo Gaspari, principale esponente abruzzese della Democrazia Cristiana, per l'uso per scopi personali degli elicotteri del corpo dei Vigili del Fuoco[264][265], e ulteriori indagini portarono all'arresto dei responsabili locali della RAI e dell'ex assessore all'edilizia Fernando Di Benedetto per falso ideologico, abuso in atti d'ufficio per fini patrimoniali e truffa ai danni dell'emittente pubblica nell'ambito della costruzione di una nuova sede regionale in città nell'ottobre del 1993[266]. A ogni modo il nome Piscaria è attestato in epoca tardoantica, come già testimoniato da Paolo Diacono[93], che si riferisce come tale al basso corso del fiume Aterno[94]; il nome Piscaria, con cui probabilmente a livello popolare la città era nota da tempo prese lentamente piede, finché nel XIII secolo il nome Aternum comparirà solo in documenti cancellereschi, per poi perdersi del tutto[95][96]. Nel censimento del 1936, l'ultima rilevazione precedente il secondo conflitto mondiale, il comune di Pescara (i cui abitanti avevano già superato di numero quelli del suo storico capoluogo di provincia, Chieti, nelle precedenti rilevazioni del 1931) registrava 45 445 abitanti, confermandosi la seconda città abruzzese dopo i 51 160 dell'Aquila, seguita da Teramo con 33 796 abitanti e Chieti con 30 266 abitanti. Vide gli armamenti, salì e si fermò sul Bastione “Bandiera” che era il più esposto (nei pressi dell’attuale Ponte Risorgimento), da cui si dominava il territorio dell’attuale città, e rivoltosi all’abate De Marinis che gli stava a fianco disse queste precise parole: “Oh che bel sito per una grande città…”. Restarono ai romani d'oriente i presidi lungo la costa: Aternum, Ortona, Vicus Veneris e Histonium, che continuarono a resistere fino alla metà del VII secolo conservando generalmente un assetto ancora in qualche modo ispirato a quello antico, pur in presenza di consistenti fenomeni di ristrutturazione[73][74]. Pochi giorni dopo l'annuncio dell'armistizio infatti (e subito dopo aver assistito alle avvilenti vicessitudini della fuga di Vittorio Emanuele III a Pescara e Ortona)[221], il 12 settembre Pescara veniva occupata senza offrire resistenza (la città fu lasciata totalmente sguarnita da ciò che restava delle autorità italiane del tempo) dall'esercito tedesco e dovette subire le razzie e la distruzione delle strutture portuali, fabbricati, strade, ponti e uffici pubblici da parte degli occupanti, che disseminarono di mine la spiaggia e il territorio circostante; furono eseguiti molti rastrellamenti tra la popolazione (impiegata nella realizzazione delle fortificazioni) e infine venne ordinato lo sfollamento definitivo della città alla fine di settembre. L'esercito italico, ripartito in due tronconi - uno sabellico guidato dal marso Quinto Poppedio Silone, l'altro sannitico affidato a Gaio Papio Mutilo[31] - contava contingenti di numerosi popoli; quello vestino era guidato da Gaio Pontidio[32]. Li odii tra i Pescaresi e i Castellamaresi cozzano su quelle tavole che si consumano sotto i laboriosi traffici cotidiani. The province of Pescara (Italian: provincia di Pescara; Abruzzese: pruvìngie de Pescàre) is a province in the Abruzzo region of Italy.Its provincial capital is the city Pescara, which has a population of 119,483 inhabitants.As of 2017, it has a total population of 319,936 inhabitants over an area of 1,230.33 square kilometres (475.03 sq mi). La propensione al turismo balneare si consolidò[185] e nel 1905 gli alberghi di Castellammare Adriatico ospitavano circa quattromila turisti[188]. La prima ricognizione aerea alleata sulla città risaliva al 6 aprile 1943, nella quale vennero individuati gli obiettivi strategici da colpire come l'aeroporto, la stazione ferroviaria e gli attraversamenti sul fiume[215]. Di questa imponente struttura, che ospitava in base alle esigenze dai cento ai settecento militari,[116] resta in piedi solamente la caserma borbonica con annesso il carcere[123] (detto "bagno" in quanto, durante le frequenti alluvioni, molte celle venivano invase dalle acque, spesso causando la morte degli occupanti)[124], sede del Museo delle genti d'Abruzzo[125]; è sopravvissuto al passaggio del tempo anche un registro contabile della metà del secolo appartenuto al portulano (il guardiano del porto, incaricato di sovrintendere al traffico delle merci e all'imposizione dei dazi, e nell'Italia meridionale anche ufficiale preposto alla manutenzione delle strade, all'edilizia e alla distribuzione delle acque) di Pescara, tal Bonfiglio, che contabilizzava le merci nell'ambito della fortezza[126]. Con grande sforzo di concertazione tra i due centri fu completato e potenziato il porto canale nel 1908, dopo decenni di dibattiti e proposte contrastanti[183], e in questa fase le due cittadine crebbero vivendo di commercio e di turismo, facilitati dalla presenza della stazione ferroviaria di Castellammare (la stazione fino al 1881 si chiamò stazione di Pescara. Il dominio dei barbari fu molto duro, animato da spirito di conquista e saccheggio, come testimoniato da tracce archeologiche di un grande incendio in città in seguito alla sua caduta[80] e come narrato nella Passio (cioè la leggenda del martirio) di Cetteo di Amiterno: Aternum fu affidata al governo di due soldati longobardi, Alais (o Alagiso) e Umblo (o Umblone), che la vessarono con soprusi e omicidi; a loro, infatti, è attribuito l'assassinio di Cetteo, patrono di Pescara e vescovo dell'allora cittadina: accusato dai Longobardi, di fede ariana, di essere complice di un complotto dei Bizantini niceni volto alla riconquista di Aterno, egli fu fatto precipitare dal ponte marmoreo con una pietra legata al collo il 13 giugno 597[81][82][83]. La protezione offerta dalle imponenti mura, che si continuarono a costruire e perfezionare per tutto il XVII secolo, offrì a molti la possibilità di vivere e commerciare e più tardi la città acquisì anche il diritto a ospitare una fiera franca, a danno della declinante fiera di Lanciano, con tutti i vantaggi derivanti dal fatto di potere attirare i mercanti. Tra coloro che furono rinchiusi in quello che veniva chiamato il “sepolcro dei vivi” fu anche e Clemente De Caesaris, una figura centrale del risorgimento meridionale, che, liberato per ordine di Giuseppe Garibaldi, prese possesso, nel 1860, della città e della fortezza. Per prevenire altri attacchi il Ministero della Guerra fece allora approntare un campo di aviazione lungo la via Tiburtina provvisto di due aerei da combattimento. come testimoniano una delibera del consiglio comunale del 12 dicembre 1869, una lettera del sindaco di allora, Gennaro Osimani, al ministro delle Finanze Quintino Sella datata sempre 1869 (19 luglio) e successivamente il marchese Francesco Farina il 26 dicembre 1906[165][166]. Il primo attacco del 31 agosto 1943 aveva lo scopo di colpire obiettivi militari (infrastrutture cittadine, oltre agli uomini e mezzi dell'esercito tedesco diretti a sud), il risultato tuttavia fu un massacro tra la popolazione civile con danni limitati agli obiettivi militari. 3vv. Questo è il racconto pubblicato dal testimone oculare Marchese Francesco Farina il 26 dicembre 1906 (Biblioteca Prov. 18 maggio 2000, n. 96 - Istituzione della Riserva Naturale di interesse provinciale Pineta Dannunziana. di Pescara, titolo “Ricordi di Pescara nell’anno 1860”). La cittadina fu però, insieme ai molti centri abruzzesi, colpita dalla grande epidemia della peste del 1656, che sebbene in Abruzzo fu più lieve che in altre regioni del regno (anche grazie a diversi casi di efficiente prevenzione e controllo del territorio, come avvenuto a Sulmona e Città Sant'Angelo, che scamparono l'epidemia)[131], provocò lutti e devastazioni in tutte le città poste sulle linee di comunicazione tra la Campania e i confini settentrionali del regno, con i fuggitivi napoletani che di fatto diffusero l'epidemia in tutto il regno meridionale, con un tasso di mortalità in regione del 30%[132]. Sotto qualche metro di terra umida, salvato da archi di mattoni cotti, c'è un pezzo di storia di Pescara: i resti dei sotterranei della fortezza spagnola. Risalirebbero invece alla prima metà del V millennio i resti di un villaggio di agricoltori ritrovato a Colle della Corona, nella zona collinare a sud del fiume Pescara nei pressi del quartiere Fontanelle[13][14][15]. 1927 PESCARA CAPOLUOGO DI PROVINCIA Particolare rilevanza tra le opere pubbliche di quel periodo ebbe il ponte Littorio, che pur se da inserire nel quadro dell'esaltazione dei tempi e del regime, fu anche la celebrazione della riunificazione dei due comuni e il simbolo dell'evoluzione della città. Alla fine del primo conflitto mondiale le due cittadine si presentavano ancora molto diverse tra loro: commerciale, artigianale e “popolare” Pescara, borghese, signorile e turistica Castellammare Adriatico, scandita dalle grandi ville dei possidenti[93]. Il 25 maggio 2014 i residenti dei comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore si sono espressi in un referendum a favore dell'istituzione di un unico comune[293]. In particolare la ricostruzione industriale fu rapida grazie al contributo dell'imprenditoria locale, che finanziò la ricostruzione in attesa dei contributi statali, e già negli anni 1950 le maggiori attività furono ripristinate[230]. Nel dopoguerra, la città è cresciuta, mostrando una straordinaria vitalità nel campo dei commerci ed anche dell’industria. Nel 1528 Pescara fu espugnata da Odet de Foix, visconte di Lautrec e maresciallo di Francia. La vocazione automobilistica di Pescara, già nobilitata dalla Coppa Acerbo, ebbe modo di concretizzarsi ulteriormente quando si decise che la “mille miglia” dovesse includere nel suo percorso la città adriatica. «Un'antica discordia dura tra Pescara e Castellammare Adriatico, tra i due comuni che il bel fiume divide. Questa fu l'ultima azione aerea su Pescara, che venne distrutta al 78%[226]. Le elezioni del novembre 1993, immediatamente successive gli eventi di Mani pulite, segnarono la caduta della Prima repubblica, e furono le prime in cui i sindaci furono eletti direttamente dai cittadini: videro la coalizione dei Progressisti guidata dall'indipendente di sinistra Mario Collevecchio battere la lista civica di ispirazione DC-PSI[245], ma dopo una esperienza di governo di pochi mesi le elezioni furono annullate dopo un ricorso al TAR per un vizio di forma all'epoca della presentazione delle liste[267][268], e nella successiva tornata elettorale del novembre 1994 venne eletta la coalizione di centro-destra, capeggiata dal sindaco Carlo Pace (AN)[269][270], che governò la città per due mandati fino al 2003. Sede: CHIETI. Subito dopo il primo conflitto mondiale si verificò un evento molto importante in favore della unificazione dei due comuni: il 30 novembre del 1918 i due consigli comunali si riunirono nello stesso momento e votarono lo stesso ordine del giorno e si impegnarono ad adoperarsi per chiedere al Governo di decretare la fusione dei comuni e di adoperarsi affinché la nuova città fosse chiamata “Aterno”. Ma queste amministrazioni non suscitarono molto gradimento soprattutto a causa di dissennate azioni urbanistiche, fra le quali la demolizione del glorioso Teatro Pomponi, sacrificato per consentire l’allestimento di un parcheggio. Una documento del 1530, conservato nell'archivio generale di Simancas, parla di Pescara come un villaggio semi abbandonato, descrivendo l'ormai compiuto collasso dell'abitato medievale, in cui restavano attive solo le strutture strettamente correlate ai traffici commerciali del porto[121]: Con lo stesso intento operava l'allora deputato abruzzese Giacomo Acerbo. Il giorno seguente entrò a cavallo a Pescara per osservarne la fortezza, circondato dalla popolazione festante. Non di meno, le origini della città sono antiche e legate alla posizione geograficamente favorevole come raccordo delle vie di comunicazione tra l’antica Roma e l’area dell’Adriatico. SEDE DI PESCARA Viale Pindaro,42 Centralino 085.45371 Il XV secolo è caratterizzato dal dominio del territorio dei d’Avalos d’Aquino che terranno quello che poi divenne il marchesato di Pescara per diversi decenni, pur se con diverse interruzioni. Nella città iniziavano a trovare spazio diverse aree per mercati di tessuti e di generi alimentari. Quando la fortezza capitolò non furono rispettate le condizioni di resa, e prima del suo arresto Carafa riuscì a far esplodere la polveriera, causando danni e incendi in città[146] sia Carafa che Manthonè, tradotti a Napoli, vennero giustiziati nella piazza del Mercato, il primo il 4 settembre, decapitato in quanto nobile[147][148], e il secondo il 24 settembre 1799 per impiccagione[149].
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