160. Le diverse linee di pensiero filosofico, teologico e pastorale, se si lasciano armonizzare dallo Spirito nel rispetto e nell’amore, possono far crescere la Chiesa, in quanto aiutano ad esplicitare meglio il ricchissimo tesoro della Parola. 73. Ha la sicurezza che non va perduta nessuna delle sue opere svolte con amore, non va perduta nessuna delle sue sincere preoccupazioni per gli altri, non va perduto nessun atto d’amore per Dio, non va perduta nessuna generosa fatica, non va perduta nessuna dolorosa pazienza. [114] Tale disposizione di umile e stupita venerazione della Parola si esprime nel soffermarsi a studiarla con la massima attenzione e con un santo timore di manipolarla. Alcuni credono di poter essere buoni predicatori perché sanno quello che devono dire, però trascurano il come, il modo concreto di sviluppare una predicazione. L’affetto che si è sviluppato ci porta sinceramene ed amaramente a dispiacerci per le terribili persecuzioni di cui furono e sono oggetto, particolarmente per quelle che coinvolgono o hanno coinvolto cristiani. Il libro degli Atti degli Apostoli narra che nella prima comunità «prendevano cibo con letizia» (2,46). Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. [48] Questo avvertimento, fatto diversi secoli fa, ha una tremenda attualità. [80] Essa, mediante la sua azione evangelizzatrice, collabora come strumento della grazia divina che opera incessantemente al di là di ogni possibile supervisione. Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integrano i differenti, e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo! [156] Paolo VI, Lett. 190. Uno degli sforzi più necessari è imparare ad usare immagini nella predicazione, vale a dire a parlare con immagini. La gioia nel Nuovo Testamento 4. sulla Chiesa Lumen gentium, 16. 166. 212. Le ripercussioni comunitarie e sociali del kerygma [177-185], Confessione della fede e impegno sociale [178-179] Il Regno che ci chiama [180-181] L'insegnamento della Chiesa sulle questioni sociali [182-185], II. [99], 123. L’annuncio alla cultura implica anche un annuncio alle culture professionali, scientifiche e accademiche. Credo che il segreto si nasconda in quello sguardo di Gesù verso il popolo, al di là delle sue debolezze e cadute: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno» (Lc 12,32); Gesù predica con quello spirito. 130. Portano in sé principi profondamente umanistici, che hanno un valore razionale benché siano pervasi di simboli e dottrine religiose. [152] Lett. Maria sa riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ed anche in quelli che sembrano impercettibili. Non si deve pensare che nella catechesi il kerygma venga abbandonato a favore di una formazione che si presupporrebbe essere  più “solida”. Uno è il fascino dello gnosticismo, una fede rinchiusa nel soggettivismo, dove interessa unicamente una determinata esperienza o una serie di ragionamenti e conoscenze che si ritiene possano confortare e illuminare, ma dove il soggetto in definitiva rimane chiuso nell’immanenza della sua propria ragione o dei suoi sentimenti. Vat. Perciò noi abbiamo bisogno di cogliere la varietà delle cose nella sue molteplici relazioni (cfr Summa Theologiae. Questo è, da un lato, il risultato di una reazione umana di fronte alla società materialista, consumista e individualista e, dall’altro, un approfittare delle carenze della popolazione che vive nelle periferie e nelle zone impoverite, che sopravvive in mezzo a grandi dolori umani e cerca soluzioni immediate per le proprie necessità. La semplicità e la chiarezza sono due cose diverse. 142. Questo è esclusione. 70. Non lasciamoci rubare il Vangelo! Al momento di interrogarsi circa l’incidenza pubblica della religione, bisogna distinguere diversi modi di viverla. [166] San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, II-II, q. [43] Motu proprio Socialium Scientiarum (1 gennaio 1994): AAS 86 (1994), 209. Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere davanti ai suoi occhi! Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà … È  bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore» (Lam 3,17.21-23.26). Affidarsi all’altro è qualcosa di artigianale, la pace è artigianale. Chiediamo al Signore che ci faccia comprendere la legge dell’amore. Breve corso (6 conferenze) sulla Evangelii Gaudium, tenuto ai giovani preti della Diocesi di Pavia dal 7 all’11 gennaio 2014: 1. [21] V Conferenza Generale dell’Episcopato Latino-americano e dei Caraibi, Documento di Aparecida (31 maggio 2007), 201. Gesù ci ha indicato questo cammino di riconoscimento dell’altro con le sue parole e con i suoi gesti. È con te colui che non manda via nessuno, colui che mai abbandona. Ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte. [159] Giovanni XXIII, Lett. Uno spazio peculiare è quello dei cosiddetti nuovi Areopaghi, come il “Cortile dei Gentili”, dove «credenti e non credenti possono dialogare sui temi fondamentali dell’etica, dell’arte, e della scienza, e sulla ricerca della trascendenza». [37] Cfr Giovanni Paolo II, Motu proprio Apostolos suos (21 maggio 1998): AAS 90 (1998), 641-658. 205. Bisogna passare dal nominalismo formale all’oggettività armoniosa. Il profeta Zaccaria fonda la gioia sull’annunzio di una prossima venuta: quella del Messia del Signore. L'insegnamento della Chiesa sulle questioni sociali, 182. Dove si trova? L’evangelizzazione e il dialogo interreligioso, lungi dall’opporsi tra loro, si sostengono e si alimentano reciprocamente.[197]. È quello che ha chiesto con intensa preghiera Gesù al Padre: «Siano una sola cosa … in noi … perché il mondo creda» (Gv 17,21). Inoltre, ogni verità si comprende meglio se la si mette in relazione con l’armoniosa totalità del messaggio cristiano, e in questo contesto tutte le verità hanno la loro importanza e si illuminano reciprocamente. Mi riferisco all’insieme della creazione. Significa credere che Egli avanza vittorioso nella storia insieme con «quelli che stanno con lui … i chiamati, gli eletti, i fedeli» (Ap 17,14). Lo Spirito Santo, inoltre, infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia (parresia), a voce alta e in ogni tempo e luogo, anche controcorrente. Il Vangelo possiede un criterio di totalità che gli è intrinseco: non cessa di essere Buona Notizia finché non è annunciato a tutti, finché non feconda e risana tutte le dimensioni dell’uomo, e finché non unisce tutti gli uomini nella mensa del Regno. 50. Fides et ratio (14 settembre 1998), 71: AAS 91 (1999), 60. Gesù dice: «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù»: con queste parole si apre l’esortazione apostolica sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale di papa Francesco, più comunemente designata, secondo l’uso, con l’incipit latino Evangelii gaudium (EG). Ma Gesù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri. Accompagna l’umanità in tutti i suoi processi, per quanto duri e prolungati possano essere. Sono adatte per alimentare potenzialità relazionali e non tanto fughe individualiste. 66, art. Nell’affidare loro la missione di fermarsi in ogni città per “mettere ordine in quello che rimane da fare” (cfr Tt 1,5; cfr 1 Tm 1,3-5), dà loro dei criteri per la vita personale e per l’azione pastorale. 85. Non è compito del Papa offrire un’analisi dettagliata e completa sulla realtà contemporanea, ma esorto tutte le comunità ad avere una «sempre vigile capacità di studiare i segni dei tempi». Il rispetto dovuto alle minoranze di agnostici o di non credenti non deve imporsi in un modo arbitrario che metta a tacere le convinzioni di maggioranze credenti o ignori la ricchezza delle tradizioni religiose. Per questo Paolo, scrivendo ai Filippesi, ripete loro lo stesso verbo dell’angelo: Siate felici nel Signore, ve lo ripeto: siate felici! La nostra imperfezione non dev’essere una scusa; al contrario, la missione è uno stimolo costante per non adagiarsi nella mediocrità e per continuare a crescere. Le altre istituzioni ecclesiali, comunità di base e piccole comunità, movimenti e altre forme di associazione, sono una ricchezza della Chiesa che lo Spirito suscita per evangelizzare tutti gli ambienti e settori. La Sacra Scrittura è fonte dell’evangelizzazione. postsinodale, Christifideles laici (30 dicembre 1988), 51 (nota 190): AAS 81 (1989), 493. enc. Gesù non dice agli Apostoli di formare un gruppo esclusivo, un gruppo di élite. Perché mi attrae?». Così si sono espressi in diversi Sinodi i Vescovi di vari continenti. Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975), 17: AAS 68 (1976), 17. 181. Ripeto qui per tutta la Chiesa ciò che molte volte ho detto ai sacerdoti e laici di Buenos Aires: preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Nella sua missione di favorire una comunione dinamica, aperta e missionaria, dovrà stimolare e ricercare la maturazione degli organismi di partecipazione proposti dal Codice di diritto canonico[34] e di altre forme di dialogo pastorale, con il desiderio di ascoltare tutti e non solo alcuni, sempre pronti a fargli i complimenti. [169] Senza l’opzione preferenziale per i più poveri, «l’annuncio del Vangelo, che pur è la prima carità, rischia di essere incompreso o di affogare in quel mare di parole a cui l’odierna società della comunicazione quotidianamente ci espone».[170]. 25. In ascolto dello Spirito, che ci aiuta a riconoscere comunitariamente i segni dei tempi, dal 7 al 28 ottobre 2012 si è celebrata la XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Gesù Cristo può anche rompere gli schemi noiosi nei quali pretendiamo di imprigionarlo e ci sorprende con la sua costante creatività divina. [132] Benedetto XVI, Discorso in occasione della proiezione del documentario “Arte e fede – via pulchritudinis” (25 ottobre 2012): L’Osservatore Romano (27 ottobre 2012), p. 7. Ma ci sono altre porte che neppure si devono chiudere. 69. In questo nucleo fondamentale ciò che risplende è la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto.

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