Tutto il cammino della nostra redenzione è segnato dai poveri. 167. Rallegrati piena di grazia il Signore è con te. postsinodale Ecclesia in Oceania (22 novembre 2001), 17: AAS 94 (2002), 385. 213. Diceva san Giovanni della Croce: «questo spessore di sapienza e scienza di Dio è tanto profondo e immenso, che, benché l’anima sappia di esso, sempre può entrare più addentro». Semplicemente desidera che guardiamo con sincerità alla nostra esistenza e la presentiamo senza finzioni ai suoi occhi, che siamo disposti a continuare a crescere, e che domandiamo a Lui ciò che ancora non riusciamo ad ottenere. Quando la semente è stata seminata in un luogo, non si trattiene più là per spiegare meglio o per fare segni ulteriori, bensì lo Spirito lo conduce a partire verso altri villaggi. Come a san Juan Diego, Maria offre loro la carezza della sua consolazione materna e dice loro: «Non si turbi il tuo cuore […] Non ci sono qui io, che son tua Madre?». 188, art. Come una vera madre, cammina con noi, combatte con noi, ed effonde incessantemente la vicinanza dell’amore di Dio. È accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Acto de apertura del I Congreso Nacional de Doctrina social de la Iglesia, Rosario (Argentina), 2011: UCActualidad 142 (2011), 16. Spesso questo è dovuto all’assenza nelle comunità di un fervore apostolico contagioso, per cui esse non entusiasmano e non suscitano attrattiva. Altre volte riteniamo che Dio esiga da noi una decisione troppo grande, che non siamo ancora in condizione di prendere. [105] Cfr San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae II-II, q 2, art. File allegato [57] Giovanni Paolo II, Esort. [26] Giovanni Paolo II, Esort. Si rende necessaria un’evangelizzazione che illumini i nuovi modi di relazionarsi con Dio, con gli altri e con l’ambiente, e che susciti i valori fondamentali. II, Cost. Tuttavia, se uno divide da una parte il suo dovere e dall’altra la propria vita privata, tutto diventa grigio e andrà continuamente cercando riconoscimenti o difendendo le proprie esigenze. Scritto da 3 Novembre 2016 alle 15:57 da mvwp-adm. Nel pieno del periodo quaresimale, dal 28 al 30 marzo 2014, sono stata invitata a partecipare ad un corso di formazione religiosa per le Associate dell’Istituto delle Apostole di Gesù Crocifisso guidato da Suor Maria Pia. 242. Maria non è gioiosa perché ha un bel carattere, perché è più fortunata delle altre… questo non ci è dato di saperlo, ma perché Dio le dona il lieto annuncio di essere donna amata da Lui al punto da chiederle di diventare Madre del suo Figlio. Come bene osservano i Vescovi degli Stati Uniti d’America, mentre la Chiesa insiste sull’esistenza di norme morali oggettive, valide per tutti, «ci sono coloro che presentano questo insegnamento, come ingiusto, ossia opposto ai diritti umani basilari. [35] Lett. È evidente che quando gli autori del Nuovo Testamento vogliono ridurre ad un’ultima sintesi, al più essenziale, il messaggio morale cristiano, ci presentano l’ineludibile esigenza dell’amore del prossimo: «Chi ama l’altro ha adempiuto la legge ... pienezza della Legge è la carità» (Rm 13,8.10). Il dialogo sociale in un contesto di libertà religiosa. La formazione dei laici e l’evangelizzazione delle categorie professionali e intellettuali rappresentano un’importante sfida pastorale. Sono innumerevoli i temi connessi all’evangelizzazione nel mondo attuale che qui si potrebbero sviluppare. Non esiste azione umana, per buona che possa essere, che ci faccia meritare un dono così grande. Le diverse linee di pensiero filosofico, teologico e pastorale, se si lasciano armonizzare dallo Spirito nel rispetto e nell’amore, possono far crescere la Chiesa, in quanto aiutano ad esplicitare meglio il ricchissimo tesoro della Parola. È per questo che evangelizziamo. Il nostro dolore e la nostra vergogna per i peccati di alcuni membri della Chiesa, e per i propri, non devono far dimenticare quanti cristiani danno la vita per amore: aiutano tanta gente a curarsi o a morire in pace in precari ospedali, o accompagnano le persone rese schiave da diverse dipendenze nei luoghi più poveri della Terra, o si prodigano nell’educazione di bambini e giovani, o si prendono cura di anziani abbandonati da tutti, o cercano di comunicare valori in ambienti ostili, o si dedicano in molti altri modi, che mostrano l’immenso amore per l’umanità ispiratoci dal Dio fatto uomo. [18] Questo compito continua ad essere la fonte delle maggiori gioie per la Chiesa: «Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione» (Lc 15,7). 216. Ma tale fiducia generosa deve alimentarsi e perciò dobbiamo invocarlo costantemente. Quando Gesù inizia il suo ministero, Giovanni esclama: «Ora questa mia gioia è piena» (Gv 3,29). Questa gioia è un segno che il Vangelo è stato annunciato e sta dando frutto. [162], Il posto privilegiato dei poveri nel Popolo di Dio. La mondanità spirituale porta alcuni cristiani ad essere in guerra con altri cristiani che si frappongono alla loro ricerca di potere, di prestigio, di piacere o di sicurezza economica. Il donarsi di Gesù sulla croce non è altro che il culmine di questo stile che ha contrassegnato tutta la sua esistenza. Di fatto, sappiamo che i fedeli le danno molta importanza; ed essi, come gli stessi ministri ordinati, molte volte soffrono, gli uni ad ascoltare e gli altri a predicare. Dalla nostra fede in Cristo fattosi povero, e sempre vicino ai poveri e agli esclusi, deriva la preoccupazione per lo sviluppo integrale dei più abbandonati della società. I discepoli missionari accompagnano i discepoli missionari. La Chiesa, che condivide con l’Ebraismo una parte importante delle Sacre Scritture, considera il popolo dell’Alleanza e la sua fede come una radice sacra della propria identità cristiana (cfr Rm 11,16-18). [93] Egli è Colui che suscita una molteplice e varia ricchezza di doni e al tempo stesso costruisce un’unità che non è mai uniformità ma multiforme armonia che attrae. Non ci viene chiesto di essere immacolati, ma piuttosto che siamo sempre in crescita, che viviamo il desiderio profondo di progredire nella via del Vangelo, e non ci lasciamo cadere le braccia. Il Signore dice: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!» (Mc 1,38). 274-275. Lei è la Madre della Chiesa evangelizzatrice e senza di lei non possiamo comprendere pienamente lo spirito della nuova evangelizzazione. Sono note le varie risorse che offre l’analisi letteraria: prestare attenzione alle parole che si ripetono o che si distinguono, riconoscere la struttura e il dinamismo proprio di un testo, considerare il posto che occupano i personaggi, ecc. 215. Un predicatore è un contemplativo della Parola ed anche un contemplativo del popolo. Alleluia. 29. Ma subito dopo dice ai discepoli: «Sarete beati se farete questo» (Gv 13,17). [143] L’evangelizzazione cerca di cooperare anche con tale azione liberatrice dello Spirito. [174] Cfr Commission sociale des évêques de France, Dichiarazione Réhabiliter la politique (17 febbraio 1999); Pio XI, Messaggio, 18 dicembre 1927. Non è difficile, però, notare in questo inizio una particolare fatica del cuore, unita a una sorta di «notte della fede» – per usare le parole di san Giovanni della Croce – , quasi un «velo» attraverso il quale bisogna accostarsi all’Invisibile e vivere nell’intimità col mistero. In altri settori delle nostre società cresce la stima per diverse forme di “spiritualità del benessere” senza comunità, per una “teologia della prosperità” senza impegni fraterni, o per esperienze soggettive senza volto, che si riducono a una ricerca interiore immanentista. È ciò che chiamiamo “lectio divina”. [209] Benedetto XVI, Lett. ap. 34. [113] Paolo VI, Esort. 2. 88. 271. L'insegnamento della Chiesa sulle questioni sociali, 182. Il linguaggio può essere molto semplice, ma la predica può essere poco chiara. 113. Date e vi sarà dato […] Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio» (Lc 6,36-38). Non fuggiamo dalla risurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada. Se, come afferma sant’Agostino, noi non amiamo se non ciò che è bello,[131] il Figlio fatto uomo, rivelazione della infinita bellezza, è sommamente amabile, e ci attrae a sé con legami d’amore. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. A volte si esprime in maniera più diretta, altre volte attraverso una testimonianza personale, un racconto, un gesto, o la forma che lo stesso Spirito Santo può suscitare in una circostanza concreta. Chiediamoci: Gesú era un uomo felice? Così scopriamo che intercedere non ci separa dalla vera contemplazione, perché la contemplazione che lascia fuori gli altri è un inganno. Se consentiamo ai dubbi e ai timori di soffocare qualsiasi audacia, può accadere che, al posto di essere creativi, semplicemente noi restiamo comodi senza provocare alcun avanzamento e, in tal caso, non saremo partecipi di processi storici con la nostra cooperazione, ma semplicemente spettatori di una sterile stagnazione della Chiesa. Forse il Signore si avvale del nostro impegno per riversare benedizioni in un altro luogo del mondo dove non andremo mai. Così, il Vangelo, che è il messaggio più bello che c’è in questo mondo, rimane sepolto sotto molte scuse. Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975), 7: AAS 68 (1976), 9. Quando questi valori vengono colpiti, è necessaria una voce profetica. Ma ha sempre la dinamica dell’esodo e del dono, dell’uscire da sé, del camminare e del seminare sempre di nuovo, sempre oltre. Sa che egli stesso deve crescere nella comprensione del Vangelo e nel discernimento dei sentieri dello Spirito, e allora non rinuncia al bene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada. Ma è proprio la pietà popolare il miglior punto di partenza per sanarle e liberarle. Frequentemente, per ridicolizzare allegramente la difesa che la Chiesa fa delle vite dei nascituri, si fa in modo di presentare la sua posizione come qualcosa di ideologico, oscurantista e conservatore. Un’evangelizzazione per l’approfondimento del kerygma. La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati. Si produce allora un circolo vizioso, perché così non sono felici di quello che sono e di quello che fanno, non si sentono identificati con la missione evangelizzatrice, e questo indebolisce l’impegno. Si realizza per il piacere di parlare e per il bene concreto che si comunica tra coloro che si vogliono bene per mezzo delle parole. Le forme proprie della religiosità popolare sono incarnate, perché sono sgorgate dall’incarnazione della fede cristiana in una cultura popolare. Invochiamolo oggi, ben fondati sulla preghiera, senza la quale ogni azione corre il rischio di rimanere vuota e l’annuncio alla fine è privo di anima. La dignità di ogni persona umana e il bene comune sono questioni che dovrebbero strutturare tutta la politica economica, ma a volte sembrano appendici aggiunte dall’esterno per completare un discorso politico senza prospettive né programmi di vero sviluppo integrale. Se lo accostiamo in questo modo, la sua bellezza ci stupisce, torna ogni volta ad affascinarci. 257. postsinodale, Christifideles laici (30 dicembre 1988), 51 (nota 190): AAS 81 (1989), 493. Non mi stancherò di ripetere quelle parole di Benedetto XVI che ci conducono al centro del Vangelo: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva».[3]. Mi piacerebbe dire a quelli che si sentono lontani da Dio e dalla Chiesa, a quelli che sono timorosi e agli indifferenti: il Signore chiama anche te ad essere parte del suo popolo e lo fa con grande rispetto e amore! Il processo di secolarizzazione tende a ridurre la fede e la Chiesa all’ambito privato e intimo. Altra caratteristica è il linguaggio positivo. In questo contesto, si alimenta la vanagloria di coloro che si accontentano di avere qualche potere e preferiscono essere generali di eserciti sconfitti piuttosto che semplici soldati di uno squadrone che continua a combattere. Ricordiamo che non bisogna mai rispondere a domande che nessuno si pone; neppure è opportuno offrire cronache dell’attualità per suscitare interesse: per questo ci sono già i programmi televisivi. Il Vescovo deve sempre favorire la comunione missionaria nella sua Chiesa diocesana perseguendo l’ideale delle prime comunità cristiane, nelle quali i credenti avevano un cuore solo e un’anima sola (cfr At 4,32). 206. Essi sono doni per rinnovare ed edificare la Chiesa. 81. Non solamente l’omelia deve alimentarsi della Parola di Dio. Implica offrirsi come strumento (cfr Rm 12,1), con tutte le proprie capacità, perché possano essere utilizzate da Dio. Sono chiamati a dare testimonianza di una appartenenza evangelizzatrice in maniera sempre nuova. Il dialogo tra Dio e il suo popolo rafforza ulteriormente l’alleanza tra di loro e rinsalda il vincolo della carità. 124. [38] Questo vale tanto per i dogmi di fede quanto per l’insieme degli insegnamenti della Chiesa, ivi compreso l’insegnamento morale. Come conseguenza di ciò, se vogliamo crescere nella vita spirituale, non possiamo rinunciare ad essere missionari.