Con Publio Elio Traiano Adriano, il reclutamento divenne esclusivamente regionale. [231] Questa effettivamente potrebbe essere considerata "l'ultima legione" dell'Impero romano. Egli, difatti, trasformò la "riserva strategica mobile" introdotta da Gallieno in un vero e proprio "esercito mobile" detto comitatus[181] ("compagnia"), nettamente distinto dall'"esercito di confine" o limitaneo. L'esercito romano nel V secolo si trovava nella necessità di rispondere rapidamente alla crescente pressione barbarica in Occidente, ma senza poter sopperire alle esigenze di reclutamento attingendo unicamente dai territori imperiali, a causa della diffusa resistenza alle coscrizioni. Inizialmente, infatti, quello del soldato non era considerato un mestiere, e conseguentemente non era retribuito. I secondi erano esclusi dalla linea regolare di battaglia, in considerazione della qualità scadente del loro armamento[35] Nel corso della riforma, questa grossolana divisione binaria tra cittadini più poveri e cittadini più ricchi fu ulteriormente affinata su più stratificazioni. Qualora non fosse fornito di armamento pesante indossava un berretto pannonico (più comune in occidente) o un berretto frigio (più comune in oriente). Mario a sua volta modificò questo schieramento, suddividendo semplicemente la legione in unità di 600 uomini dette cohortes. I rapporti di Costantino con gli intellettuali pagani, La crisi nell’impero romano nel III e nel del IV secolo, L’atteggiamento di Costantino nei riguardi della Divinazione, Il culto imperiale durante l’Impero di Costantino, L’atteggiamento di Costantino nei riguardi della magia, La morte, i riti funebri e l’aldilà nel mondo romano, Il matrimonio nelle principali antiche civiltà, Imperial Cold Case / Flavio Giulio Crispo, I misteri eleusini e i misteri orfici nell’Antica Grecia, La battaglia di Isso: la sconfitta di Dario III, il Gran Re dei Persiani e la fondazione di Alessandria d’Egitto. Si trattava di un'iniziativa resasi necessaria anche a causa della perdita degli Agri decumates tra il Reno ed il Danubio, che aveva portato i vicini Germani a trovarsi più vicini alla penisola italica, centro del potere imperiale.[169]. E ipotizza che non sia del tutto improbabile che queste gentes abbiano potuto condurre specifiche spedizioni in modo del tutto autonomo come accadde alla gens Fabia nella battaglia del Cremera. In Occidente la divisione era leggermente differente. Un'eccezione conosciuta, durante questo periodo, di legioni formate da province senza cittadinanza, fu la legione arruolata nella provincia di Galazia. Ecco come risulta suddivisa la scala gerarchica della parte Orientale, dove all'Imperatore rispondevano due prefetti del pretorio, oltre a un Praefectus urbis Constantinopolitanae, un Magister officiorum ed un Comes domesticorum: A questa struttura seguiva parallelamente una conseguente divisione territoriale delle forze militari, come segue: La sezione orientale della Notitia è datata al ca. Questa situazione anomala, differente da quella orientale, è spiegabile con il fatto che, a partire da Stilicone, reggente di Onorio, l'autorità degli Imperatori fu messa in ombra dall'ingerenza di diversi generalissimi, che si succedettero nel corso dei decenni (oltre a Stilicone, da ricordare Costanzo III, Aezio e Ricimero), assumendo il controllo dell'Impero d'Occidente, fino alla dissoluzione dello stesso nel 476. Portò ordine nell'amministrazione finanziaria dello Stato romano, attribuendo un salario e una gratifica di congedo a tutti i soldati dell'esercito imperiale (sia ai legionari che agli ausiliari) con la creazione di un aerarium militare. d.C. a partire dall’esercito tardo romano del IV ed inizio V sec. [175] La presenza di due Augusti e due Cesari facilitava, infatti, la rapidità dell'intervento armato e riduceva i pericoli che la prolungata assenza di un unico sovrano poteva arrecare alla stabilità dell'Impero. [30] Solo in seguito queste bande armate potrebbero essere state inquadrate nelle tribus e poi nelle curiae.[30]. Istituì un cursus honorum anche per coloro che aspiravano a ricoprire i più alti incarichi nella gerarchia dell'esercito (ordine senatorio ed equestre), con l'introduzione di generali professionisti, non più comandanti inesperti mandati allo sbaraglio nelle province di confine. Bando sequite. L’esercito romano era ben organizzato e numeroso. Il risultato fu un esercito romano nel nome, ma sempre più estraneo alla società che era chiamato a proteggere. I coscritti dovevano soddisfare certe condizioni giuridiche e morali: I riconosciuti idonei prestavano giuramento e passavano quindi nei reparti d'istruzione. Le invasioni barbariche e la fine dell'Impero Romano d'Occidente. 79 relazioni. Le unità di cavalleria dell'esercito romano tardo imperiale erano le vexillationes (palatinae, comitatenses o pseudocomitatenses). Le prime erano eredi delle antiche legioni spesso ne portavano ancora il nome (a titolo di esempio si pensi ai Primani, alla Secunda Britannica o agli Octavani), erano costituite da 1000 - 2000 fanti, generalmente con armamento pesante, erano adeguate per scontri in campo aperto. E forse sempre in questa circostanza la legione potrebbe aver assunto la formazione manipolare. [69], I cittadini romani erano, inoltre, obbligati a prestare servizio militare, entro il quarantaseiesimo anno di età, per almeno 10 anni per i cavalieri e 16 anni per i fanti (o anche 20 in caso di pericolo straordinario). Da alcune fonti letterarie del tempo si può evincere che il termine "ausiliario" divenne a poco a poco sinonimo di "soldato", così come lo fu nei secoli precedenti il termine "legionario", il che sta ad indicare una fase di progressiva smobilitazione delle antiche unità legionarie in favore di quelle ausiliarie. I principali gradi gerarchici delle unità tardo-imperiali erano: tribunus (comandante), vicarius (vice-comandante), draconarius (colui che trasportava il draco e/o lo stendardo), bucinator (trombettiere), campidoctor (simile ad un sergente e forse al centurione), semissalis (veterano) e pedes (soldato semplice di fanteria). Gli stessi pedes, certamente meno disciplinati degli antichi legionari che avevano reso grande Roma, erano molto più versatili: trasportavano nell'incavo dello scudo cinque dardi (plumbatae). Una nuova serie di riforme furono poi portate a termine una volta divenuto unico Augusto, subito dopo la sconfitta definitiva di Licinio nel 324. In sostanza l'esercito serviano contava 1 800 cavalieri e 17 000 fanti potenzialmente atti alle armi (suddivisi in 5 classi ed in 170 centurie) oltre ad alcune unità speciali per un totale di 193 centurie. La legione a sua volta era divisa in tre differenti schiere: «Quando l'esercito aveva assunto questo schieramento, gli Hastati iniziavano primi fra tutti il combattimento. La leva del 403 a.C. fu la prima a essere richiesta per una campagna che durasse più di una sola stagione[51] e da questo momento in poi tale pratica divenne gradualmente più comune, se non proprio abituale. Prima di queste riforme, la fanteria era divisa nella classis dei cittadini ricchi e nella infra classem dei cittadini più poveri. Sebbene molte fonti della storiografia romana, compreso Livio e Polibio si diffondano estesamente sull'esercito romano in quel periodo dell'Età Regia che fece seguito alla presa di potere degli Etruschi, si tratta pur sempre di fonti tarde, mentre manca qualsiasi resoconto dell'epoca. [175], Anche il sistema difensivo dei confini venne reso più elastico e "profondo": alla rigida difesa del vallum venne aggiunta una rete sempre più fitta di castella interni, collegati tra di loro da un più complesso sistema viario (un esempio su tutti: la strata Diocletiana in Oriente). Con l'inizio di questa fase, anche l'organizzazione dell'esercito subì una trasformazione strutturale. Delle legioni sopravvissute alla guerra civile, 28 rimasero dopo Azio, e 25 dopo la disfatta di Teutoburgo, oltre ad un numero crescente di auxilia. [16] L'esercito conteneva forse anche le prime forme di carri,[17] a cui sembra alludere il riferimento al termine flexuntes[18] (o flexuntae: "carrettai, costruttori di carri") usato a volte per riferirsi alla cavalleria romana. iniziò la barbarizzazione dell'esercito romano, Questo imperatore licenziò i mercenari, preferendo pagare 500 000, appartenere a determinate comunità dell'Impero, nei periodi più antichi, che il chiamato potesse inviare al suo posto un sostituto. Intorno alla fine del secolo, i Romani avevano perso la loro lotta per l'indipendenza, e gli Etruschi, conquistata Roma, stabilirono sulla città una dittatura militare, o un regno. Il vantaggio immediato fu che venne approvata una legge che dichiarava guerra a Veio e i nuovi tribuni con potestà militare vi condussero un esercito in massima parte formato da volontari. Co-fondatore e presidente dell'Associazione di Produzione Cinematografica Indipendente 'ACT Production'. Dall'inizio del VII secolo a.C., dominava sulla regione la civiltà etrusca dell'Età del ferro[31] Come molti altri popoli della regione, i Romani si scontrarono con gli Etruschi. In età imperiale le legioni divennero stanziali per assicurare una difesa migliore ai territori imperiali. Nel 476 l'esercito sollevato da Odoacre contro il magister militum Flavio Oreste e l'ultimo imperatore in Italia, Romolo Augusto, era costituito unicamente da federati germanici, perlopiù Sciri ed Eruli. Il termine ala impiegato nell'esercito romano ebbe almeno tre differenti significati tattici nel corso della storia romana. [73] Le unità alleate di socii (ovvero le Alae, poiché erano poste alle "ali" dello schieramento) erano costituite, invece di un numero pari di fanti, ma superiori di tre volte nei cavalieri (900 per unità). Già agli albori della storia di Roma l’esercito romano assumeva un’importanza fondamentale per le sorti della città. Il numero dei carri e delle bestie da soma devoluti a ciascun ufficiale è impossibile da definire. [84], Al termine della seconda guerra punica vi fu una nuova riduzione del censo minimo richiesto per passare dalla condizione di proletarii (o capite censi) ad adsidui, ovvero per prestare il servizio militare all'interno delle cinque classi, come aveva stabilito nel VI secolo a.C., Servio Tullio. L'esercito romano devi quindi evolversi e trasformarsi in una macchina bellica più efficiente: giustamente gli autori sottolineano come il III secolo non sia un'età decadente, tutt'altro. In prima fila combatteva la fanteria leggera (velites) e ai lati si disponevano i contingenti alleati (alae) e di cavalleria (turmae). In epoca regia era formata da cittadini compresi tra i 17 ed i 46 anni, in grado di potersi permettere il costo dell'armamento. Una volta completata, poteva ospitare fino a 100 000 tra marinai e truppe imbarcate per la battaglia. I Romani si dotarono di una flotta da guerra (classis) solo dall’inizio della Prima Guerra Punica (261 a.C.). Le unità militari romane, in questo periodo, erano estremamente omogenee e fortemente regolate. Sarebbe quindi più corretto dire che la struttura dell'esercito veniva leggermente affinata, piuttosto che radicalmente riformata. Queste truppe, non avendo infatti una prospettiva immediata di guerra o di, tornò all'ordinamento augusteo, riducendo le coorti pretoriane a 9, e ancora una volta, veniva creata una nuova legione in vista delle, vietò che si facessero accampare due legioni assieme e che un soldato depositasse presso le insegne della legione più di 1000 sesterzi, perché la consistenza del deposito delle legioni aveva rassicurato, È forse a questo imperatore o alla precedente, formò due nuove legioni, la prima in vista della, È certo che la sua inerzia nel rifiutare soluzioni militari offensive, ad. [20] Plutarco racconta, inoltre, che una volta uniti tra loro, Romani e Sabini, Romolo introdusse gli scudi di tipo sabino, abbandonando il precedente di tipo argivo e modificando le precedenti armature. Gli uomini giovani e inesperti servivano tra gli hastati, gli uomini più anziani e con qualche esperienza militare erano impiegati come principes, mentre le truppe dei veterani, di età avanzata e con esperienza, rifornivano i triarii. Da un esercito composto da soli 3.300 armati ai tempi del primo re Romolo, raggiunse ai tempi dell'Impero romano la sua massima dimensione, superando le 500 000 unità. In questo periodo, l'esercito di Roma conobbe una riforma: dall'originario assetto tribale, precedentemente descritto, a un assetto centuriale, con suddivisioni fondate su classi socio-economiche,[32] anziché tribali. Polibio, per esempio, scrive qualcosa come 300 anni dopo gli eventi in questione, e Livio circa 500 anni dopo. Le file non erano compatte, ma suddivise in manipoli (ogni manipolo era composto da due centurie). La nuova forma di governo messa in atto non era del tutto nuova per l'Impero romano: basti pensare alla prima diarchia di Marco Aurelio e Lucio Vero della fine del II secolo. I - Dalle origini alla fine della repubblica, L'esercito romano. Questo editto garantì la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell'Impero, ponendo fine alla classe sociale dei peregrini. Storia — Organizzazione dell'esercito di Roma (Caput Mundi)(formato word pg 5) . Il percorso evolutivo della struttura della milizia romana è schematizzabile in quattro distinte fasi: Vedi anche|Età regia di Roma|Storia delle campagne dell'esercito romano in età regia, Secondo quanto riferito da Livio e Dionigi di Alicarnasso, storiografi di Roma che scrissero in un'età molto più tarda, la più antica forma di esercito esisteva a Roma nell'VIII secolo a.C. A quell'epoca, la stessa Roma non era probabilmente nient'altro che uno stanziamento collinare fortificato, o poco più, con un esercito di entità relativamente modesta, il cui campo d'azione, limitato su piccola scala, consisteva "prevalentemente nell'esecuzione di incursioni e furti di bestiame con battaglie occasionali più simili a scaramucce". L'età minima per i volontari (non più costretti a prestare il servizio di leva) era ora stabilita a 17 anni, quella massima a 46. I gradi più bassi della nuova gerarchia militare prevedevano, oltre ai soliti centurioni e tribuni, anche i cosiddetti duces,[185] i quali avevano il comando territoriale di specifici tratti di frontiera provinciale, a cui erano affidate truppe di limitanei. Quale conseguenza, il servizio militare prestato ai livelli più bassi (e non remunerati) divenne progressivamente di più lungo termine. [237] Sotto Ezio e Maggioriano, l'Impero era ancora in grado di affrontare e vincere in battaglia Visigoti, Burgundi, Bagaudi, Franchi, e di mantenere sotto il suo controllo la Gallia, a riprova di una sua relativa efficienza. Appesa al cingulum (simile ad una cintura) portava la spatha. Il primo esercito romano, all'epoca di Romolo, era costituito infatti da fanti che avevano imparato a combattere dagli etruschi. [65] Normalmente si arruolava una legione all'anno, ma nel 366 a.C. successe per la prima volta che due legioni fossero arruolate in uno stesso anno. [237] Privato dell'esercito delle Gallie ed essendosi ridotti i possedimenti imperiali nelle Gallie a Provenza e Alvernia, l'Impero non era in grado di difenderle con il solo esercito d'Italia e nel 475/476 le due regioni furono conquistate dai Visigoti di re Eurico. Il testo analizza non solo (e in modo minuzioso) l'armamento dei soldati, ma tratta delle condizioni del … Dopo un periodo di frenetica costruzione, la flotta crebbe enormemente di taglia fino a 400 navi, sul modello cartaginese. Secondo le narrazioni sopravvissute, furono tre i re di Roma durante l'occupazione etrusca: Tarquinio Prisco, Servio Tullio, e Tarquinio il Superbo. A queste vanno aggiunte le unità scelte dell'esercito, le quali erano unicamente di cavalleria, ovvero le scholae palatinae ("reparti di palazzo"): Armaturae, Gentiles e Scutari. Le sue manovre imprevedibili, repentine, affidate alle ali di cavalleria cartaginese e numidica, avevano distrutto numerosi eserciti romani accorrenti, anche se superiori nel numero dei loro componenti, come era avvenuto soprattutto nella battaglia di Canne. Tale nuovo assetto, frutto di un lento e graduale ripensamento dell'intero apparato militare romano, fu poi conservato per tutto il IV ed il V secolo e presso l'Impero romano d'Oriente sopravvisse almeno fino al VI secolo. The Evolution of the Roman Imperial Fleets, The Roman Empire: from Severus to Constantine, The Roman Imperial Navy: 31 B.C.-A.D. 324. Tra le unità di fanteria migliori, a partire dall'epoca di Diocleziano, vi furono le legiones palatinae degli Ioviani e degli Herculiani. [59] La formazione manipolare fu probabilmente copiata dai nemici Sanniti, a sud di Roma, forse quale conseguenza della sconfitta romana nella Seconda guerra sannitica. La vera grande riforma militare di Diocleziano fu soprattutto di tipo politico. [227] In particolare le auxiliae palatinae erano costituite da 500 - 1000 fanti, generalmente con armamento leggero, più versatili delle legiones ed impiegabili anche in azioni di guerriglia e rastrellamento. Inoltre gli eserciti incominciarono ad essere uno strumento nelle mani di spregiudicati generali nella conquista del potere. A partire dal 460, l'esercito occidentale era in larga parte dissolto. [189][190], Egli, oltre ad apportare la suddetta divisione dell'"esercito mobile", rovesciò l'assetto complessivo dell'apparato bellico romano definito dal suo predecessore Diocleziano: fu espansa a dismisura la componente mobile ed indebolita quella di frontiera. Analogamente conferì all'"esercito di confine" una connotazione più peculiare: le unità che lo costituivano furono definite limitanee (stanziate lungo i limes) e riparienses (operanti lungo i fiumi Reno e Danubio) (in epoca teodosiana alcune di esse furono rinominate pseudocomitatenses quando trasferite nell'"esercito mobile"). Da qui l'espressione latina "Res ad Triarios rediit" ("essere ridotti ai Triarii"), quando si è in difficoltà.». Mandata captate. La struttura orientale come presentata nella Notitia rimase in gran parte intatta fino al tempo di Giustiniano I (525-65).[213]. Il periodo caotico 406-25 probabilmente provocò ripetuti cambiamenti ad hoc nelle relazioni tra comandanti e subordinati a seconda delle necessità del momento, confondendo il redattore finale della Notitia che, presumibilmente, decise di mostrare tutti questi ufficiali come dipendenti direttamente al MVM. Spaul interpreta alcune unità aventi lo stesso nome e numero, seppure attestate in province differenti nello stesso periodo, come la medesima unità, in un atteggiamento estremamente cauto ed ipotizzando si spostino con una certa frequenza; al contrario Holder le considera unità totalmente differenti e quindi sommabili nel computo complessivo. [25] E da ultimo sembra che Romolo costituì una guardia personale di trecento cavalieri chiamata Celeres[26][27] (eliminata poi da Numa Pompilio[28]), similmente a quanto fece oltre settecento anni più tardi Augusto con la creazione della guardia pretoriana a difesa del Princeps. Le nuove fortezze cominciarono così ad essere costruite, o ricostruite, in modo più compatto nelle loro dimensioni (riducendone il perimetro complessivo), più solide nello spessore delle loro mura (in alcuni casi si passò da uno spessore di 1,6 metri a 3,4 metri, come nel caso della fortezza di Sucidava) e con un maggior utilizzo di torri esterne, per migliorarne la difesa. [237] Da un'attenta analisi della Notitia Dignitatum, possiamo ricavare che quasi la metà dell'esercito campale romano-occidentale andò distrutto nel corso delle invasioni del 405-420, e che le perdite furono solo in parte colmate con l'arruolamento di nuovi soldati, mentre molte delle ricostituite unità erano semplicemente unità di limitanei promossi a comitatenses, con conseguente declino dell'esercito sia in quantità che in qualità. 440 mostrano che entrambi questi ufficiali dipendevano dal magister militum per Orientem. Se gli Hastati non erano in grado di battere il nemico, retrocedevano a passo lento e i Principes li accoglievano negli intervalli tra loro. Riordinò l'intero sistema di difese dei confini imperiali, acquartierando in modo permanente legioni e auxilia in fortezze e forti lungo il limes. Con la riforma di Gallieno, inoltre, si completava il passaggio di responsabilità militari dall'ordine senatorio a quello equestre. Tuttavia non si può affermare che le classi sociali di Roma fossero create dal censimento, piuttosto furono da esso enucleate. [99] Si trattava della prima forma di un esercito di professionisti dove era abolita la coscrizione per censo, mentre i soldati veterani, che dall'esercito traevano quotidiano sostentamento (vitto e alloggio, oltre all'equipaggiamento), ottennero una pensione sotto forma di assegnazioni di terre nelle colonie e, più tardi, anche della cittadinanza romana. In pratica, poteva succedere che perfino gli schiavi erano spinti ad arruolarsi nell'esercito repubblicano in caso di necessità. Come noto, se il soldato doveva portarsi il bagaglio sulle spalle o sospeso a una forca, gli ufficiali potevano contare su un numeroso personale specializzato. L'esercito romano Nella evoluzione storica e statuale di Roma vi è un organismo centrale che riassume in maniera emblematica quelle che furono le virtù e La vita dei legionari ai tempi della guerra di Gallia, Scipione e Annibale. Si era infine creata, con la prima guerra punica, la necessità di creare una piccola flotta, sebbene avesse già operato, in modo estremamente limitato, dopo la seconda guerra sannitica. La nuova organizzazione politico/militare descritta dalla Notitia dignitatum fu certamente il frutto di una lunga evoluzione durata circa un secolo, dalle 12 Diocesi di Diocleziano, passando attraverso il sistema costantiniano, per concludersi con la definitiva divisione dell'Impero romano in Occidentale ed Orientale voluta da Teodosio I ed in 13 diocesi. Sotto Augusto, con l'avvento dell'Impero, la leva è un diritto del principe, ed avviene in Italia e nelle province per cura dei suoi legati e di appositi ufficiali, in relazione ai bisogni dei vari eserciti. [67][68] L'arruolamento delle 4 legioni avveniva con l'estrazione a sorte delle tribù tra i 24 tribuni militari, e quella che era stata via via sorteggiata era chiamata dal singolo tribuno. Ordinem servate. L’esercito romano è sempre più un esercito, in questo periodo, che gioca sempre più in difesa. [184] Il percorso che egli compì, fu però graduale nel corso degli ultimi tredici anni di regno (dal 324 al 337, anno della sua morte). Inoltre, qualunque resoconto avessero tenuto i Romani all'epoca, sarebbe andato distrutto quando la città fosse stata in seguito saccheggiata. Questa riforma è tradizionalmente attribuita a Servio Tullio, il secondo dei re etruschi di Roma, che, secondo tradizione, aveva già portato a termine il primo censimento per tutti i cittadini. Dalle fonti storiche e archeologiche alle moderne ricostruzioni, The Cambridge Companion to the Roman Republic, Mare nostrum - les infrastructures, le dispositif et l'histoire de la marine militaire sous l'empire romain, Classes. [180] In particolare, secondo lo storico Zosimo, questo nuovo assetto fu la causa del progressivo stanziamento delle popolazioni barbariche nei territori imperiali, nonché il degrado dei centri urbani in cui venivano acquartierate truppe eccessivamente numerose. [183] Il posto dei pretoriani fu sostituito dalla nuova formazione delle schole palatine, le quali ebbero lunga vita poi a Bisanzio ormai legate alla persona dell'imperatore e destinate a seguirlo nei suoi spostamenti, e non più alla Capitale.[184].