Mi piacerebbe sapere anche come vengono intese dall'ortodossia le seguenti dichiarazioni dei Padri della Chiesa che insegnerebbero circa l'esistenza del Purgatorio e quali siano le ragioni teologiche di tale rigetto da parte della Chiesa Orientale. Per Gesù la morte è principio di salvezza, inizio di vita nuova, di appartenenza al regno dei cieli: "Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me non morirà in eterno" (Gv 11,25). Il Purgatorio è formato da una montagna a sette cerchi dove si espiano i setti peccati capitali: orgoglio, invidia, collera, pigrizia, avarizia, gola, lussuria. "Per gli eletti non più morte, né lutto, né gemiti, né grida, né dolore" assicura S. Giovanni (Ap 20,4). Sulla terra non c’è giustizia: spesso la violenza, il sopruso, la prepotenza, l’ingordigia, hanno il sopravvento. Il peccato ci insidia costantemente, tanto che "se diciamo di essere senza peccato", dice S. Giovanni, "inganniamo noi stessi e la verità di Dio non è in noi". Purtroppo sovente questo nobile sentimento viene espresso in maniera errata, con ostentazione di potere e ricchezza che non servono assolutamente al defunto, tanto meno a purificarlo dai peccati commessi durante la vita. Sulla seconda cornice espiano le anime degli invidiosi, coperti con il cilicio e con gli occhi cuciti di fil di ferro, a punizione dello sguardo carico d'invidia che hanno rivolto in vita contro il prossimo, mentre il colore del cilicio allude al viso livido dal desiderio; essi sono seduti appoggiati l'uno all'altro, al contrario che in vita, quando tentavano di rovinarsi a vicenda; infine cantano le litanie dei santi. Ci dona grande consolazione la certezza che ogni colpa commessa, se pentiti, viene prontamente perdonata, cancellata. È questo il canto dove, dopo aver assistito insieme a Virgilio ad una recitazione corale del 'Padre nostro', e dopo aver incontrato l'anima del cavaliere maremmano Omberto Aldobrandeshi, Dante incontra l'anima di Oderisi da Gubbio, maestro, ci dice Dante ai vv.80-81, 'di quel'arte/ch'aluminare chiamata è in Parisi'. La cornice è custodita dall'Angelo dell'umiltà, che canta la beatitudine Beati pauperes spiritu, "Beati i poveri di spirito". I penitenti della sesta cornice sono i golosi, che corrono senza sosta sotto alberi carichi di frutti e sulle rive di limpidi ruscelli, che però non possono toccare: sono irriconoscibili per la loro magrezza, affamati e assetati; il contrappasso in questo caso è ovvio, e deriva direttamente dalla mitologia classica, in particolare dal celebre supplizio di Tantalo (descritto, fra l'altro, da Virgilio nell'Eneide). L’esistenza del Purgatorio, tra l’altro, attesta a noi cristiani, ciò che professiamo nel Credo, quando diciamo di aderire alla Comunione dei Santi, che unisce il cielo alla terra, in un sol Corpo Mistico, quello del Cristo redentore del mondo. La Chiesa, madre tenerissima, ci propone anche altri mezzi per suffragare le anime del Purgatorio; le più note sono le "indulgenze". La fine della vita temporale ci apre a una vita immortale, senza fine, con una duplice soluzione: salvezza o perdizione eterna. Certe affermazioni e pitture di anime immerse in un mare di fuoco, continuamente tormentate con sadica crudeltà, sono senz’altro contrari alla verità. Anzitutto la certezza di avere superato la prova. La morte del cristiano è una partecipazione al mistero di morte e risurrezione del Signore Gesù, come membro del suo corpo mistico. La morte è la verità più sicura per ogni uomo, sia egli piccolo o grande, dotto o ignorante, ricco o povero. Solo la fede e la parola di Dio ci aiutano a superare questa paura, anzi ad attendere questa realtà con serenità. Le anime del Purgatorio invece non sono più in grado di meritare per sé; mentre noi abbiamo possibilità di aiutarli, lenire le loro sofferenze, anticipare la soddisfazione dei debiti contratti verso la divina giustizia. Ebbene, se ancora non conoscete l’incredibile segreto delle anime del Purgatorio, leggete quanto segue perché potrebbe cambiare le vostra prospettiva sulla vita. Benvenuto nel sito del Purgatorio. Le tre Chiese: peregrinante, purificante, trionfante, rimangono strettamente unite come vasi comunicanti: i beni di una si riversano sulle altre. Purgatorio - Come nasce Concetti, conseguenze e teorie che sono alla base della genesi del Purgatorio, la cui esistenza è stata teorizzata nel Medioevo. Nella visione di Caterina - afferma il papa - «il purgatorio non è presentato come un elemento del paesaggio delle viscere della terra: è un fuoco non esteriore, ma interiore. Lo sviluppo storico di questa dottrin. La sofferenza purificatrice è dovuta anche al ricordo del male compiuto, al rimorso per le colpe veniali, i doveri trascurati, le mancanze di pazienza, di carità commesse con tanta facilità… Un rimorso tanto più cocente quanto maggiore era la possibilità di fare del bene. Il fuoco è un’immagine simbolica, biblica, molto usata nella Scrittura, perché serve a purificare, distruggere il male. Per noi è impossibile capire questa verità, legati come siamo ai mali e ai beni, allo spazio e al tempo in cui viviamo, per cui pensiamo sempre in base a queste nostre esperienze. Si trovano come un carcerato che, pur sicuro di riconquistare la libertà, è costretto a rimanerne privo; come un ammalato che sta recuperando lentamente la salute. L’aiuto più efficace è la S. Messa, la Comunione fatta in suffragio dei defunti. La sua realtà scaturisce dalla stessa giustizia infinita di Dio, che non può premiare chi ha ancora da riparare il male commesso, né castigare chi, pentito, è morto affidandosi alla misericordia del Signore. - Articolo tratto dalla rivista Medjugorje Torino. Il più grande desiderio dell’uomo è vincere la morte, che trova la risposta certa in Gesù morto e risorto, salito al cielo per preparare un posto per ciascuno di noi. non è affatto citata. La Chiesa, madre e maestra, ci addita parecchi mezzi per suffragare le anime dei nostri cari e aiutarle a raggiungere la pienezza della vita eterna. Grande cantore del Purgatorio è stato il nostro massimo poeta Dante Alighieri. L’esistenza del purgatorio, al di là dell’esasperata ricerca biblica in chiave probatoria, ci pare testimoniata dall’attualità quotidiana del nostro vivere terreno. ma troppo utili per essere condannati all'inferno. Egli desidera, attende di incontrarle nel cielo per il quale le ha create. La Chiesa ha sempre creduto nell’esistenza del Purgatorio. Essi cantano il salmo CXIX. Gli exempla della terza cornice compaiono in visioni estatiche, e sono: Sulla quarta cornice espiano le anime degli accidiosi, che corrono senza tregua, per contrasto alla pigrizia nell'amore per i beni spirituali. Chi non ha provato il dispiacere, la tristezza di occasioni perdute, imputabili alla nostra trascuratezza? Consolante la certezza che Dio crea ogni uomo per assicurargli, oltre il breve cammino della vita terrena, una vita di felicità infinita. La croce è sicuramente la via più sicura per noi e per loro, per staccarci dai beni della terra, aumentare i meriti, seguire il divino modello, che ne ha fatto condizione per essere suoi seguaci: "Chi non prende la sua croce e mi segue, non può essere mio discepolo". Il custode della cornice è l'Angelo della mansuetudine, che canta la beatitudine Beati pacifici. Il termine Purgatorio (dal latino: purgatorium, da purgare, "epurare") ha assunto anche una vasta gamma di significati storici e moderni relativi a sofferenze postmortem minori in comparazioni alla dannazione eterna. Queste posizioni sul Purgatorio sono state sostenute dai sacri concili di Firenze, del 1439, e di Trento, del 1563, ma sono anche corroborate dalle testimonianze di decine di persone che parlano dell'esistenza di anime che cercano la piena comunione con Dio. La Chiesa ha sempre creduto nell’esistenza del Purgatorio. L’esistenza del purgatorio è, per il cattolico, una verità di fede, definita dai concili di Firenze e di Trento. Uno degli atti più meritori per le anime del Purgatorio è "l’Atto eroico di carità". Nessuna formula è prescritta, molte sono suggerite da particolari devozioni; le migliori sono quelle che sorgono spontanee, rispondenti a particolari necessità e desideri. Il più grande dolore sarà proprio non essere stati santi come avremmo potuto e dovuto essere. Ogni colpa, anche dopo il perdono, lascia un debito da riparare per il male commesso. Giudice giustissimo che non si lascia ingannare dalle apparenze, né corrompere da alcuno. Mausolei sono stati costruiti in loro ricordo; le imbalsamazioni in uso presso certi popoli, le offerte, i riti sacrificali, dimostrano quanto sia sentito il dovere di onorare coloro che ci hanno lasciato per una vita oltre la morte. Per questo la liturgia esequiale è una celebrazione pasquale: un momento in cui i fedeli, mentre pregano per il defunto, affidandolo alla misericordia di Dio, ravvivano la propria fede e speranza in Cristo che tutti attende nel suo regno di amore. In realtà la morte è l’inizio di una nuova vita, è il vero "dies natalis", la nascita a una esistenza che non avrà più fine. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 18 nov 2020 alle 12:15. Queste anime sanno che non saranno più soggette a tentazioni, che nessun peccato potrà più privarle della vita beata verso cui sono incamminate. La morte non spezza i legami che abbiamo con i defunti. Il Paradiso per il quale siamo stati creati esige la perfezione, la santità: "Io sono il Signore vostro Dio, comportatevi come persone sante perché io sono santo". XVI CANTO DEL PURGATORIO PENA: Gli iracondi sono costretti a vagare in una fitta nebbia di fumo che non permette di vedere. Al termine dell’ultimo conflitto i reduci dai campi di concentramento erano impazienti di tornare a casa. Inoltre "prescrive ai vescovi di vigilare con zelo perché la sana dottrina sul Purgatorio, trasmessa dai santi Padri e dai Concilii sia creduta, conservata, insegnata, predicata ovunque". Una delle verità religiose più dibattute nella Chiesa e più nebulose per i credenti, è l’esistenza del Purgatorio. Dante, Purgatorio, I, 4-6 L'esistenza del Purgatorio e la possibilità di aiutare le Anime che vi si trovano sono due verità di fede insegnate dalla Chiesa. E ancora: "Se si aprisse il Purgatorio e si invitassero le anime a uscirne, queste si rifiuterebbero". "Comportati sempre come desideri trovarti in punto di morte; se avrai una coscienza retta non avrai mai paura della morte". Il Purgatorio non è un luogo, ma un modo di vivere, voluto da Dio, per la purificazione e per la salvezza di quanti hanno residui di colpa da espiare. Inoltre cantano il Summae Deus clementiae. Sovente la morte per chi soffre è una liberazione; per tante persone occorre più coraggio per vivere che per morire. culto della vergine e dei Santi, dell'esistenza del Purgatorio, delle indulgenze, dei digiuni, dei pellegrinaggi 1.3.3.1. Molti pensano che con la morte tutto sia finito. Sulla croce morendo Gesù ha vinto per noi la morte e ci attende tutti per vivere eternamente beati con Lui in cielo. Scrive: "Non si può negare che le anime dei defunti possono essere aiutate dalla pietà dei loro cari ancora in vita, quando è offerto per loro il sacrificio del Mediatore (qui sant'Agostino sta parlando del sacrificio della Santa Messa), oppure mediante elemosine" (De fide, spe, et caritate). 1 Cor 15, 26-27), alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri passati da questa vita, stanno purificandosi e altri godono … Anche sul piano fisico non più lacrime, privazioni, sofferenze, dolori che hanno punteggiato la loro vita in questa "valle di lacrime". Ciò accade nell'undicesimo canto del Purgatorio. Le cornici del Purgatorio di Dante secondo Domenico di Michelino (1465) Dante Alighieri, nel Purgatorio, seconda cantica della Divina Commedia, descrive la visione del proprio viaggio nell'oltretomba: il Purgatorio è diviso in cornici, che sono significativamente sette, sulla scorta del Moralia in Job di Gregorio Magno. Una sofferenza accettata con coraggio, come il malato che si sottopone a una terapia dolorosa per essere guarito. Ogni aspirazione, ogni desiderio lungamente coltivato sarà pienamente esaudito, anzi sorpasserà ogni attesa. Una tomba di marmo pregiato, una cassa di legno prezioso, un funerale sfarzoso con decine di corone di fiori, sono il più delle volte spreco inutile di denaro che avrebbe potuto essere devoluto a opere di grande valore sociale-caritativo verso i poveri, di cui il defunto avrebbe goduto un grande beneficio. San Paolo assicura: "E’ volontà di Dio che tutti gli uomini giungano alla salvezza". Il fuoco purificatore è un’immagine dell’aspirazione di queste anime, bramose di essere liberate dalla colpa per entrare nel regno della nuova vita per cui sono state create. Lo stesso scettico Montaigne diceva: "Non temo la morte, mi spaventa quello che accadrà dopo". L’esistenza del Purgatorio certifica l’esistenza del Paradiso, come meta cui tendere dopo la purificazione e dell’inferno come stato in cui si cade in assenza di pentimento e di fede nell’amore di Dio. Molte di queste sono indulgenziate dall’autorità ecclesiastica, meritorie per vivi e defunti. «Buio d’inferno e di notte privata, d’ogne pianeto, sotto pover cielo, quant’esser può di nuvole tenebrata, non fece al viso mio sì grosso velo como quel fummo ch’ivi ci coperse, né a sentir di così aspro pelo Che l’occhio stare aperto non sofferse» Emilio Pasquini e Antonio Quaglio, Garzanti, Milano 1982-2004. Il giudizio divino, nell’istante della morte, avrà una triplice sentenza: condanna definitiva per chi avesse rifiutato fino all’ultimo momento il perdono e la salvezza che Dio offre a tutti; il Paradiso a chi avrà osservato costantemente la sua legge. Nel corso della storia molti hanno scritto sul Purgatorio, il luogo dove si trova, la sua durata, le pene a cui sono sottoposte le anime…. i passi biblici che confermano l'esistenza del purgatorio GIOBBE 1: 5; Quando i giorni della festa terminavano, Giobbe li faceva venire per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva un olocausto per ciascuno di essi, perché diceva: «Può darsi che i miei figli abbiano peccato e … Tuttociò che {62 [98]} io so intorno al Purgatorio si è che le anime vi soffrono e che possono essere sollevate dalle nostre preghiere e dalle nostre opere.» Il dogma del Purgatorio ha avuto una prima definizione dogmatica nel Concilio Ecumenico Niceno II, in quello Ecumenico Fiorentino che precisa: "Definiamo che le anime dei veri penitenti, morti nell’amore di Dio, prima di avere soddisfatto, con degni frutti di penitenza, ciò che hanno commesso od omesso, sono purificate dopo la morte con le pene del Purgatorio e che riceveranno un sollievo da queste pene, mediante i suffragi dei fedeli viventi, come il sacrificio della Messa, le preghiere, le elemosine, le altre pratiche di pietà, che i fedeli sono soliti offrire per i defunti". Nei Vangeli non c’è traccia... La mia è una domanda semplice semplice ma il dubbio mi stuzzicava da un po’. Oltre la preghiera possiamo suffragare le anime con mortificazioni, digiuni, sacrifici, penitenze, beneficenza e atti di carità, in riparazione del male commesso mentre erano in vita. Credere nel Purgatorio significa accettare con fede le decisioni conciliari. Dio è Padre, la sua misericordia ci segue oltre la vita. "La anime dei giusti", dice il Signore, "sono al sicuro nelle mani di Dio, nessun tormento li colpirà più… Dio li ha corretti con mano leggera, per dar loro una grande ricompensa… li ha purificati dalle scorie come si fa con l’oro, e li ha accolti come sacrificio". Al termine della vita sarà Dio stesso a giudicare come ci siamo comportati. Nell'Antipurgatorio, formato da due balze, si trovano le anime dei negligenti, ovvero coloro che attendono di poter iniziare la loro espiazione. Dante Alighieri, nel Purgatorio, seconda cantica della Divina Commedia, descrive la visione del proprio viaggio nell'oltretomba: il Purgatorio è diviso in cornici, che sono significativamente sette, sulla scorta del Moralia in Job di Gregorio Magno. Sovente si cercava di trattenere quanti erano in condizioni disastrose per i patimenti e la denutrizione, per metterli in condizioni di continuare il viaggio. Non dimentichiamo di pregare anche per le anime più bisognose e dimenticate del Purgatorio, certi che ricambieranno in Paradiso questa nostra carità. Al termine del mondo il grande giudizio finale per tutti: "Alla voce dell’Arcangelo, al suono della tromba di Dio, il Signore scenderà dal cielo e allora quelli che sono morti credendo in Lui risorgeranno… e da quel momento saranno sempre con il Signore" (Ts 1,16-18). Esiste, si trova a Roma e raccoglie documenti e cimeli trovati in giro per l’Europa che comproverebbero l’esistenza del Purgatorio. Questa preghiera è tanto gradita a Dio perché coincide con la sua volontà salvifica. E’ una verità di fede che proclamiamo nel simbolo apostolico: "credo nella comunione dei santi". "Tutti noi", dice S. Paolo, "compariremo davanti al tribunale di Cristo per essere giudicati da Lui. Ma chi potrà presentarsi sicuro davanti a Lui che scruta l’intimo dell’anima: pensieri, parole, desideri, intenzioni? Con la morte Dio chiama l’uomo alla vita immortale. Si può lucrare l’indulgenza plenaria a partire dal mezzogiorno del 1° novembre a tutto il 2 novembre. Quanto bene avremmo potuto compiere, per arricchire la nostra vita, quanta carità esercitare con poche rinunce, aumentando i nostri meriti per l’eternità! Chi ci giudicherà al termine della vita è Gesù, che ci ha amato fino a farsi uomo per diventare nostro fratello, è morto in croce per espiare i nostri peccati, è risorto per assicurarci che anche noi risorgeremo a vita immortale. Siamo chiamati tutti alla salvezza, Dio offre a ciascuno la possibilità di conseguirla, ma essa dipende dalla nostra rispondenza: "Se vuoi entrare nel regno della vita, osserva i miei comandamenti" (Mt 19,17). Una delle preghiere recita: "Dio, Padre misericordioso, tu ci doni la certezza che nei fedeli defunti si compie il mistero del tuo Figlio, morto e risorto: per questa fede che noi professiamo, concedi al nostro fratello che si è addormentato in Cristo, di risvegliarsi con noi nella gioia della risurrezione". Oltretutto per molti di noi è un dovere di gratitudine per il bene ricevuto da parenti e amici e insieme una garanzia perché le anime, giunte in Paradiso, ci ripagano intercedendo per noi. L’autorità dei due Concilii Ecumenici , viene richiamata dal Vaticano II che dice: "La fede dei nostri padri circa l’unione con i fratelli, che sono nella gloria celeste o che ancora dopo la morte stanno purificandosi, questo Concilio riceve con grande pietà e nuovamente propone i decreti di quei sacri Concilii" (Lumen Gentium 51). La pena più grande è l’attesa, la separazione dell’incontro con Dio, creatore di tutto e di tutti; con Gesù che ci ha ricolmati di grazie durante tutta la vita; con Maria Santissima nostra avvocata. Per questo un’esigenza profonda della natura umana, inculcata da tutte le religioni, è un tribunale in cui tutto il male venga rivelato e punito e tutto il bene premiato. Dio stesso, l’essere infinito, sarà l’oggetto di questa felicità sempre nuova. Insieme al dolore purificatore, proporzionato nell’intensità e nella durata alle colpe da espiare, le anime nel Purgatorio godono una gioia inesprimibile, dovuta ad alcune realtà di cui solo esse possono rendersi conto. Nel 1893 quanto Jouët, Padre missionario dei Sacro Cuore, a seguito di un voto, fonda l’associazione del Sacro Cuore del Suffragio delle anime del Purgatorio. Ignorando il giorno e il momento della morte è necessario ascoltare l’invito di Gesù: "Tenetevi sempre pronti perché il Figlio dell’uomo verrà quando meno ve lo aspettate" (Mt 24,44). Dante e Virgilio arrivano nel Purgatorio attraverso la «natural burella» che parte dal centro della terra, cioè dal fondo dell'Inferno, e che lo congiunge con l'emisfero australe, su cui sola in mezzo alle acque si erge la montagna del Purgatorio. L'esistenza del Purgatorio è riaffermata dal Concilio Vaticano 11, nella Costituzione Dogmatica Lumen Gentium, dove si legge: « Fino a che il Signore non verrd nella gloria e tutti gli angeli con lui (cf. 1.7K likes. Vi renderete conto dell’esistenza del Cielo, del Purgatorio e dell’Inferno. Anche se la meta è ancora lontana, sono sicure di poterla raggiungere. Gli exempla della prima cornice sono scolpiti nel marmo, ma con un'arte divina che li fa parere scene viventi (a tal punto che Dante crede anche di udirne le voci). Queste tre condizioni possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti il 2 novembre. Lui che ci ha salvato a prezzo di un amore e dolore infinito. Il fuoco è un’immagine simbolica, biblica, molto usata nella Scrittura, perché serve a purificare, distruggere il male. Gli exempla sono pronunciati dalle anime stesse, dopo essersi scambiato un rapido bacio; sono: Espiano qui: Guido Guinizelli e Arnaut Daniel. La Chiesa trae dal suo tesoro, offerto dalla misericordia divina, quanto si deve espiare per le colpe gravi o leggere, commesse e non ancora soddisfatte. La morte separa l’anima dal corpo, che si riunirà a lei dopo il Giudizio finale, per partecipare nella persona rinnovata e santificata alla gloria e felicità del Paradiso. E' saggio per chi deve partire per un lungo viaggio, prepararsi accuratamente e questo è un viaggio senza ritorno per cui è necessario trovarsi sempre preparati: vivere ogni giorno come fosse l’ultimo. A guardia della cornice c'è l'Angelo della castità, che canta la beatitudine Beati mundo corde, cioè "Beati i puri di cuore". Gli exempla della seconda cornice sono gridati da voci aeree, conformemente al fatto che le anime hanno gli occhi cuciti, e sono: Espiano qui: Sapia, Guido del Duca e Rinieri da Calboli. La liturgia esequiale onora il corpo del defunto in cui Dio è stato presente mediante la Grazia dei Sacramenti e spinge lo sguardo all’ultimo avvenimento della storia, quando Cristo tornerà glorioso per ridare vita ai corpi e renderli partecipi della sua gloria. Chiesa San Giuseppe Chiesa del Purgatorio, Carini. In cielo avranno la pienezza di ogni bene con esclusione di ogni male e questo per sempre: un godimento senza fine. Le tre condizioni richieste sono: Confessione, Comunione, preghiera secondo le intenzioni del Papa (Pater, ave, gloria). Caro Fratel Ignazio, 1. l’esistenza del Purgatorio è dogma di fede. Superato il muro di fiamme, Dante e Virgilio incontrano un altro angelo, che invita i poeti a salire cantando Venite, benedicti patris mei: egli sta a guardia del Paradiso terrestre, ove giungono le anime che hanno compiuto l'espiazione dei loro peccati. Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché anche voi siate dove sono io" (Gv 14,2-4). In tutte le grandi religioni e nelle varie culture, si è sempre creduto in un luogo di purificazione dove i morti possano espiare il male commesso durante la vita. Consistono nella remissione della pena temporale dovuta al peccato. Giudice potentissimo nell’applicare il suo verdetto, premiando o castigando. L'Angelo della sollecitudine custodisce questa cornice: egli canta la beatitudine Beati qui lugent (cioè "soffrono"). 1,4-6). Un giudice sapientissimo, che non può errare, scruta e giudica non solo le azioni, ma anche le intenzioni che guidano le nostre scelte. La paura della morte è naturale e razionale perché l’uomo è stato creato per la vita. Nei giorni dall’1 all’8 novembre chi visita il cimitero e prega per i defunti può lucrare una volta al giorno l’indulgenza plenaria, applicabile ai defunti, alle condizioni di cui sopra. Prove dell’esistenza del Purgatorio, il museo del ‘Sacro Cuore di Gesù in Prati’ Laddove si erge oggi la chiesa del ‘Sacro Cuore di Gesù in Prati’, fino al 1897 c’era la Cappella dedicata a Nostra Signora del Rosario gestita dai missionari dell’Ordine del Sacro Cuore. "Vi dico, avverte Gesù, come nel giorno del giudizio, tutti dovranno render conto anche di ogni parola inutile che hanno detto". "E’ stabilito, ricorda S. Paolo, che tutti gli uomini devono morire" (Eb 9,27). Anzitutto le rivelazioni e le visioni private, comprese quelle di anime privilegiate e di santi, anche se approvate dalla Chiesa, non sono mai verità di fede, quindi si possono accettare o rifiutare. La celebrazione Eucaristica, rinnovando il sacrificio di Gesù, è l’atto supremo di adorazione e riparazione che possiamo offrire a Dio per le anime dei defunti. Di conseguenza anche certi modi di dire: "Faccio qui il mio purgatorio, la mia vita è un purgatorio…" non riflettono la realtà della vera sofferenza di queste anime, che non è fisica, ma spirituale e consiste nella privazione della visione beatifica di Dio. Cerchiamo di immaginare i sentimenti profondi delle anime chiamate alla purificazione per essere degne di partecipare alla vita beata. Scopriamo come sia difficile lottare contro il male, per la stessa nostra natura ferita dal peccato originale. Per molti è un preciso dovere di gratitudine per il bene ricevuto, dal dono della vita dai genitori, ai valori intellettuali, morali, materiali con cui ci hanno beneficato durante la vita. Con loro in Paradiso ci attendono i Martiri, i Santi, le anime elette che hanno già raggiunto la gloria. Nel quale si contiene una utile et catholica dimostratione et dechiaratione del purgatorio (Genova 1551) il cui estensore finale fu il confessore della santa, il sacerdote Cattaneo Marabotto. Raccomandiamoci al suo sposo, S. Giuseppe, protettore della buona morte, al nostro Angelo custode, ai nostri Santi protettori.

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